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Perché hanno chiuso Megavideo

Creato il 20 gennaio 2012 da Dailyblog.it @daily_blog

Di Salvatore Giambelluca il 20 gennaio | ore 10 : 59 AM


Perché hanno chiuso Megavideo

Ieri sera Megaupload e Megavideo, due dei portali più famosi al mondo per la condivisione di file e video in streaming, sono stati chiusi, per la disperazioni di milioni di utenti. Dopo aver svolto diverse indagini, l’Fbi ha deciso di chiudere i portali Megaupload.com e Megavideo.com, due dei servizi di hosting più utilizzati al mondo per la condivisione di file e video.

“72 minuti di silenzio.” [cit.]

Il motivo. L’accusa è di aver causato circa mezzo miliardo di dollari di danni ai legittimi possessori del copyright. Si tratta, quindi, di uno dei più grandi interventi da parte delle autorità americane contro la pirateria digitale. L’azione ha portato all’arresto di Kim Schmitz, fondatore dei portali, e di altre tre persone.

500 milioni di dollari. Se di base il servizio è gratuito, è possibile attivare un account premium con maggiori funzionalità. Secondo l’Fbi Megaupload avrebbe guadagnato tramite banner e utenze premium 175 milioni di euro in 5 anni di attività, causando al contempo una perdita di 500 milioni di dollari ai legali detentori dei diritti.

L’accusa. Il dipartimento di giustizia americano accusa Megaupload di aver distribuito illegalmente su larga scala film, canzoni, programmi tv, ebook e software protetti dal diritto d’autore. Come? Consentendo agli utenti registrati, quindi noti all’azienda, di caricare file protetti e condividerli, senza preoccuparsi di chiudere gli account colpevoli di questi comportamenti e di rimuovere i file caricati. Assicurando invece ai titolari dei diritti che questo veniva fatto. Sempre secondo l’accusa, Megaupload con il proprio programma di ricompense avrebbe di fatto pagato gli utenti che caricavano contenuti illegali, così come avrebbe pagato le aziende che ospitavano i file.

Il rilancio. A distanza di poche ore dalla chiusura del sito, Megaupload avrebbe già avviato le pratiche per riorganizzare le proprie attività. Un nuovo dominio, probabilmente una nuova offerta, qualche tempo per il ripristino dei contatti e quindi il rientro a pieno regime. Ad oggi quella che è offerta è semplicemente una scatola vuota che il passaparola sta però rendendo immediatamente celebre: se non è questo il nuovo Megaupload, sono comunque in molti a dar credito alla candidatura.


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