Magazine Ecologia e Ambiente
D’estate il pensiero corre, per molti di noi, all’idea del mare e al piacere di farsi una bella nuotata.
Chi ha la fortuna di vivere in un Paese come l’Italia ha sicuramente l’opportunità di raggiungere la costa con una certa facilità.
Purtroppo il mare è tra i primi elementi naturali del nostro Pianeta a risentire dei cambiamenti climatici.
Il fenomeno dell’innalzamento del livello delle acque è senza dubbio il più evidente.
Le splendide Isole Maldive sono gravemente minacciate da questo fenomeno, (la foto qui allegata è eloquente ). E, del resto, lo stesso problema è riscontrabile anche in Italia anche se con minore drammaticità.
Ma pure i microrganismi viventi sotto la superficie delle acque sono purtroppo coinvolti.
Ad esempio, pare impossibile, eppure le forti emissioni di CO2 prodotte dalle attività umane in atmosfera danneggiano, sia pure indirettamente, coralli, conchiglie e plancton!
Come? E’ quanto ha dimostrato uno studio sull’acidificazione degli oceani realizzato da un gruppo di ricercatori del Potsdam Institute for Climate Impact Research, diretto dal Professor Stefan Rahmstorf, che è giunto alle seguenti conclusioni:
-ogni anno gli oceani assorbono circa 2 miliardi di tonnellate di CO2 (circa il 30% delle emissioni globali);
-il Carbonio così assorbito causa come conseguenza una progressiva acidificazione delle acque oceaniche.
-l’acidificazione delle acque a sua volta rende sempre più difficile la formazione dei gusci e degli scheletri calcarei negli organismi marini ( dal plancton ai coralli).
Il grafico qui a fianco mostra il progressivo peggioramento delle condizioni ideali per la formazione dell’aragonite, una delle principali componenti, a base di Carbonato di Calcio, dei microrganismi che concorrono alla formazione dei coralli e che, appunto, con l’aumento dell’acidità delle acque, tende a dissolversi in acqua.
Nella tabella (a) si possono notare le condizioni che si avevano nell’epoca preindustriale, nella (b) le condizioni attuali, e infine nella (c) si illustra la situazione che, con i ritmi previsti di emissioni di CO2, potremmo raggiungere attorno all'anno 2065: in tutti gli oceani verrebbero a mancare le condizioni ideali per la formazione dei coralli e degli altri microrganismi!
Ancora una dimostrazione di come tutto in natura sia strettamente interconnesso.
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