Il santo fratello scrive:
Perché un prete cattolico non può sposare una donna? Prima di passare a esaminare il problema nella sua complessità, do subito la risposta. Ma, per onestà, faccio una breve premessa: io non sono un teologo e pertanto non saprei dire bene perché i preti, per la precisione soltanto i sacerdoti della Chiesa cattolica di rito latino, non possano sposarsi. Da incompetente come sono, posso esporre semplicemente il mio personalissimo pensiero che è questo: la Chiesa non consente a un sacerdote di sposarsi perché una donna è capace di rovinare qualsiasi cosa e se le fosse data la possibilità di rovinare anche un sacerdozio non si farebbe certamente sfuggire l’occasione.
È inutile aggiungere che, dal mio discutibile punto di vista, la Chiesa fa benissimo. Spero che conservi il celibato sacerdotale ancora a lungo. Detto questo, passo a esaminare il problema. Quando io leggo i giornali – e forse è tutto qui l’errore – rimango sempre impressionato nel vedere quanto poco valore abbia oggi il tradizionale rapporto uomo-donna. I giornali offrono una rappresentazione della realtà certamente poco attendibile, ma io non ho i mezzi culturali per contestare i risultati dei report giornalistici. Stando pertanto a quanto scrivono i giornali, c’è da credere che sono oggi davvero pochissime le coppie tradizionali. Non tanto per le relazioni omosessuali che – sempre secondo i giornali – avrebbero un trend in forte crescita e sulle quali, per prudenza, mi astengo da ogni giudizio. Ma soprattutto perché pare che la scelta di vivere da single sia oggi quella preferita dai più. Anche in questo caso, sempre per prudenza, ho adottato la forma inglese “single” invece di quella nostrana di “scapolo”; non tanto perché anch’io ho un nome inglese. L’ho fatto – sono sincero – per il sospetto che la seconda parola in uso nella lingua italiana potesse non essere consentita dal linguaggio legalmente riconosciuto e che sarei potuto finire in galera per “uso illecito di una parola scorretta” come potrebbe apparire la parola “scapolo” agli occhi di un giudice. Io sono un pusillanime.
Comunque, non voglio tirarla per le lunghe e vengo al dunque: oggi sarebbero relativamente pochi gli uomini che sposano una donna. Se questo è vero, dunque, viene da sé un’osservazione: perché invece tanta insistenza affinché ai preti sia consentito di sposare una donna? La mia è una domanda stupidissima. In realtà, la strategia dei nemici della Chiesa è abbastanza chiara: è ovvio che per distruggere il cristianesimo non esiste niente di meglio che far fuori i preti ed è altrettanto ovvio che per distruggere il clero non esiste niente di più idoneo di una donna.
Un uomo maschio sarebbe capace di imprese incredibili. Sarebbe capace di conquistare nazioni intere. Sarebbe capace di costruire macchine straordinarie. Sarebbe capace di guidare governi. Sarebbe capace di fondare imperi economici. Ma di una cosa non è capace. Non è capace di guardare in faccia la realtà. Per questo l’uomo ha bisogno della donna.
Un uomo maschio, senza un’adeguata preparazione, non è capace di cucinare per esempio un minestrone. Trovandosi improvvisamente davanti a una varietà di verdure, si perderebbe di fronte alla necessità di pelare le patate. Dopo aver ricevuto un’adeguata preparazione – si capisce – sarebbe capace di questo e altro, perfino di diventare un grande chef. Ma non ha la stessa capacità di una donna di reggere immediatamente l’urto con la realtà. Prima di affrontare la realtà delle patate da pelare, cioè, ha bisogno che questa realtà gli sia presentata in un certo modo, ha bisogno che la donna gliela accomodi in modo che non ne rimanga traumatizzato.
Perciò, la donna ha sempre il coltello dalla parte del manico. E serve poco all’uomo maschio avere la capacità di fondare imperi economici o conquistare intere nazioni. Prima o poi la donna riuscirà a smascherare la sua inconsistenza. E anche se il suo uomo è alla giuda di un governo, la donna riuscirà a demolirlo, a smontarlo pezzo per pezzo. Se posso aggiungere una nota personale, questo è in fondo il motivo per cui io non mi sono sposato.
Nella sua superbia, l’uomo tende a fare di se stesso un mito. E tutti gli uomini tendono a riconoscere in quest’uomo un mito intoccabile. Tutti salvo la propria donna che non si lascia impressionare affatto dal suo mito e che prima o poi riuscirà a coprirlo di ridicolo.
A pensarci bene, questo è un bene. Ah! Se Stalin, se Hitler, avessero avuto al loro fianco una donna normale sarebbe stato impossibile, per questa gentaglia, la degenerazione nel culto della personalità. Le donne non glielo avrebbero consentito. Credo che la donna sia stata creata da Dio per questo preciso scopo, per demolire cioè il mito dell’uomo potente.
Ma ovviamente, questo deve valere soltanto per gli uomini normali. Se fosse un prete invece ad avere a fianco una donna, il rischio sarebbe quello di vedere a un certo punto la donna prevalere sul prete, sul suo ministero sacerdotale. In un certo senso, sul carattere divino del sacerdozio. E questo non sarebbe affatto un bene. Perché non è consentito a nessuno demolire Dio stesso. Anche perché si andrebbe incontro al pericolo che, dal canto suo, Dio demolisca il mondo intero. Perciò io dico che, finché si avrà l’accortezza di tenere a debita distanza la donna dal prete, finché il celibato sacerdotale sarà salvo, il mondo stesso sarà salvo.
Holy Brother