Tuttavia in occasione dello scandalo Ruby e dell’accusa di incitamento alla prostituzione minorile, è sorprendente che il procuratore Edmondo Bruti Liberati, persona notoriamente cauta e prudente, abbia chiesto il giudizio immediato.
Si tratta di un rito che l’accusa richiede solo quando ha la certezza di poter sostenere un dibattimento con le prove già acquisite, tanto da ritenere superflue altre indagini.
Una sola volta in passato è successo. Nel 1993, tangenti Enimont, Processo Cusani. Allora la prova evidente era la sua confessione.
Ma ora, che prove ci sono a carico di Berlusconi (e soci, Fede e Lele Nora) da chiedere il giudizio immediato?
I giornali parlano di filmati e video recuperati dal cellulare e dal personal computer della Ruby, cancellati dall’interessata. Ma la nostra Polizia Postale giudiziaria è in grado di recuperare qualsiasi tipo di file cancellato, e, forse sulla base di questo materiale recuperato, si fonda l’accusa di “prostituzione minorile”.
Segno che incrociando il dato certo della presenza di Ruby ad Arcore, sulla base delle celle telefoniche, con le immagini esplicite e osè di quelle serate, i “ bunga bunga”, sorta di ammucchiate sessuali, sono stati davvero il sale delle serate di Arcore.
Ovviamente il difensore ufficiale di Berlusconi, l’avvocato mavalà Ghedini, rigetta ogni accusa- «Nessun atto sessuale », dice, smentendo ogni accusa e attaccando anche la procura per difetto di competenza funzionale. Secondo la difesa la competenza è del Tribunale dei Ministri ed inoltre, siccome Arcore si trova nel territorio di Monza, spetta a tale procura la competenza territoriale.
Chissà se Berlusconi accetterà di rispondere alle contestazioni, sarebbe la seconda volta e si troverebbe di fronte il procuratore sostituto Sangermano, e gli aggiunti Forno e Boccassini, oltre, naturalmente, al procuratore Bruti Liberati. La prima volta fu nel 1994, e si trovò di fronte Antonio di Pietro, quando era allora magistrato di Mani Pulite. Poi ha sempre delegato gli avvocati.
Il giudizio immediato, prevede che dopo l’interrogatorio dell’indagato, il fascicolo andrà al giudice delle indagini preliminari (gip) che, in solitudine, senza cioè le parti, deciderà se andare al dibattimento oppure no. Non saranno depositati gli atti di competenza e così nessuno potrà consultarli o renderli pubblici, si eviterà quel fenomeno detto di “macelleria mediatica” che ne potrebbe derivare se fossero rese pubbliche le prove. In fondo è un modo anche per tutelare la privacy di Berlusconi.
Breve nota: Giudizio immediato
“Il giudizio immediato è disciplinato dall’articolo 453 del codice di procedura penale ed è caratterizzato dall’assenza dell’udienza preliminare e dal passaggio diretto dalla fase delle indagini preliminari al dibattimento. Per il giudizio immediato non è prevista alcuna riduzione della pena. A chiederlo possono essere sia la procura che l’imputato a cui sia stata notificata la fissazione della data per l’udienza preliminare. Presupposti per richiederlo sono l’avere interrogato la persona sottoposta alle indagini sui fatti dai quali emerge l’evidenza della prova oppure la mancata comparizione della parte, a seguito di invito presentarsi, senza legittimo impedimento e senza che si tratti di persona irreperibile. La richiesta del Pm (art.454 cpp) deve avvenire entro 90 giorni dalla data di iscrizione nel registro delle notizie di reato e spetta al gip (art. 455 cpp) decidere, entro cinque giorni dalla formulazione delle richiesta, con decreto in cui dispone il giudizio o rinviando gli atti al pubblico ministero”.
(Fonte: vari quotidiani)