Magazine Formazione / Istruzione

Perché imprenditori intelligenti fanno errori stupidi?

Da Alessandro Vella @alevella

erroriPartiamo da un interessante articolo dell’Harvard Business Review:

Può sembrare strano che manager intelligenti e di successo facciano errori macroscopici; alcuni esempi recenti e nostrani sono le vicende di aziende pubbliche come Alitalia o (ormai) ILVA, e private come Sorgenia, Benetton o Ferrari. In passato il caso più eclatante è stata la cecità di McNamara e del suo trust di cervelli di fronte all’impossibilità di vincere la guerra in VietNam; tale caso è stato ampiamente analizzato nel famoso libro The Best and the Brightest di D. Halberstam e J.McCain.

Le ragioni delle “cecità” sono sempre le stesse: eccesso di confidenza nelle proprie capacità, insofferenza rispetto alle critiche altrui, autoreferenzialità, verticismo decisionale, accettazione supina di dogmi derivati dal passato o dei vincoli posti dagli azionisti. In generale un manager o un imprenditore in gamba pensa di ragionare bene e non s’interroga sul perché egli ragioni in un certo modo e se quel modo di ragionare sia ancora adatto nel contesto competitivo attuale. Per esempio già vent’anni fa era evidente che il modello distributivo di Zara, basato su tempi brevi nel ciclo ordine e consegna, era molto più efficiente di quello di Benetton basato su cadenze annuali, ma la famiglia Benetton si sentiva invincibile e si  crogiolava nella comodità di farsi pagare le forniture in anticipo dai franchisee e scaricare su di loro il peso dei saldi di fine stagione. Il tempo ha dato ragione a Zara.

Quanto più un imprenditore o un manager è bravo e tanto più c’è il rischio di errori macroscopici perché la bravura sta anche nell’esser capaci di argomentare in modo convincente persino un’idea sbagliata; è un rischio che un manager palesemente incompetente non corre“.

Quindi, essere capaci e competenti è un problema?

A volte sì, se non si confronta il proprio modello comportamentale con un sistema che è cambiato intorno a noi.

La parte analitica del nostro cervello ci porta a vagliare cose conosciute e nuove modalità, le mette a confronto e cerca la scelta migliore guardando al futuro.

La parte re-attiva sonda nel passato, tra le cose conosciute e che ritiene maggiormente sicure per noi, quindi ci fa re-agire. Quest’ultimo termine evidenzia in sé il problema nascosto ad un occhio inesperto: il prefisso re ha valore ripetitivo, quindi re-agire significa agire in una modalità già applicata in passato.

L’articolo che ho citato dell’Harvard Business Review mette in evidenza gli effetti di tali meccanismi, io ti sto portando verso le cause.

Proprio per quanto hai letto finora, se vuoi migliorare il tuo business, una primissima attività è mappare la tua parte comportamentale per comprendere dove i tuoi modi di agire (razionali e re-attivi) stanno funzionando e dove agiscono in modalità autosabotante (che non vedi perché il tuo cervello le registra come azioni ok). Lo stesso vale per le persone più influenti che hai in azienda (soci, manager…), perché l’azienda è lo specchio comportamentale dell’imprenditore così come ogni divisione aziendale è lo specchio comportamentale del manager.

Puoi fare tutti i corsi di formazione che vuoi (aumentare la conoscenza fa bene), puoi utilizzare tutti gli strumenti di controllo (altro pezzo importante), ma se non lavori sulla parte comportamentale prima o poi (quando si innesca una situazione di pressione che il cervello re-attivo ritiene pericolosa) tenderai a mettere in campo modalità autosabotanti abbandonando quanto hai appreso e non guardando più i numeri in modo corretto. Solo abbinando conoscenza+controllo+comportamento potrai creare miglioramenti efficaci e duraturi.

Se hai deciso di fare sul serio, puoi compilare il modulo per richiedere una prima consulenza gratuita. Affinché la tua richiesta venga accettata, devi avere le seguenti caratteristiche:

  • essere un imprenditore o imprenditrice
  • avere potere decisionale (non contattarmi se hai bisogno di chiedere l’autorizzazione ad altri)
  • hai deciso di investire per migliorare il business mettendoti in gioco come persona (c’è bisogno di avviare un programma, un one shot serve a poco, è come curare una frattura con un’aspirina. Quindi pensa ad un budget di almeno 5.000 euro per partire)
  • sei una persona che agisce e non va spinta a fare perché si dimentica (devi aver deciso di fare sul serio e mettere in campo le attività che concordiamo altrimenti annullo il contratto, a me piace ottenere risultati e voglio avere a che fare con imprenditori determinati).

Se hai tutti questi requisiti, puoi contattarmi per una prima consulenza gratuita.

[contact-form]

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :