Perche' Karol Wojtyla e' moralmente responsabile del genocidio rwandese

Creato il 02 maggio 2011 da Dragor

   Con questo post concludo la mia trilogia su Woytyla in occasione della sua beatificazione.I due post precedenti sono intitolati "Beato Karol Wojtyla, protettore degli assassini" e "Beato Karol Wojtyla protettore dei pedofili". Si tratta di una riedizione che vi permettera' di apprezzare il Dragor prima maniera.   

   Non lo avete notato? I preti possono commettere i crimini piu' infami e c'è sempre chi li difende. Ecco il risultato di secoli di lavaggio del cervello  e  dell'intox cui siete sottoposti ogni giorno. Sono pedofili? No, è maldicenza. Ti fanno un genocidio? Non ci sono le prove. Non bastano le chiese rwandesi piene di cadaveri calcinati, quelli dei poveracci attirati in chiesa dal prete o dalla suora che poi hanno chiamato le squadre della morte. No, non ci sono le prove. Secondo qualcuno non emergono prove di un coinvolgimento diretto del papa. Si', forse qualche prete Hutu ha fatto bobo a un Tutsi, ma si tratta di casi isolati, non è il caso di generalizzare e soprattutto di prendersela con il santo padre che è tanto buono.  Dragor ha torto, e' un fanatico anticlericale,  ha interessi personali che stravolgono la sua visione dei fatti. E' in errore.

   No, in errore siete voi e vi spiego subito perché. Perché Wojtyla non capiva niente dell'Africa. Forse capiva tutto di Wadowice o di Czestochova (personalmente ne dubito, perché un individuo cosi' ottuso doveva avere una percezione limitata anche della sua realtà casalinga), ma dell'Africa non capiva nun fico secco. Perché la sua cultura, o meglio incultura, era quella di un contadino polacco. Non fate caso alla crosta. La grattate via e trovate il contadino polacco, ignorante, furbo, ottuso, con la tipica presunzione che scaturisce dall'ignoranza.  Capiva  soltanto che l'Africa era un continente abitato da poveri, che la chiesa aveva bisogno di poveri per sopravvivere e che doveva piantare le radici in quel continente a qualsiasi costo. Quanto la gente  mangia e studia, addio chiesa.  Molti sostengono che l'Africa sia la chiesa dell'avvenire. E' certamente quella del presente.

   Nel mio post "Rwanda!" additavo le responsabilità della Chiesa di Roma. I preti, quelli che bruciavano i Tutsi, prendevano ordini dai vescovi e i vescovi prendevano ordini dal papa. Lo so, me l'hanno detto loro. Li ho fatti parlare. Una delle mie specialità è far parlare gli Hutu (con le buone, non con le cattive). Se voglio, gli faccio spiattellare perfino i peccati delle loro madri.

   A questo punto dobbiamo metterci d'accordo sul linguaggio. Non sto dicendo che Wojtyla ha ordinato: "Tagliatemi a pezzi tutti i Tutsi e guai a voi se ne lasciate uno intero". No, era troppo furbo (dico furbo, non intelligente). Ma se ricevo un vescovo Hutu a Roma, quello che dico nell'atmosfera ovattata di una sala del Vaticano non viene recepito  allo stesso modo sulle colline del Rwanda o del Burundi. Se, in una sala del Vaticano, dico a un vescovo Hutu "i Tutsi mi fanno soffrire, perché non ascoltano i missionari e vogliono avere sempre ragione. Oh, se fossero come voi, che dite sempre si', bwana! Nelle vostre prediche, dite che fanno piangere il papa. Dite che voi Hutu siete più numerosi, che i Tutsi devono piegarsi alla vostra volontà. Dite alla gente che in Burundi deve battersi contro il loro potere e che in Rwanda  deve battersi perché il potere rimanga agli Hutu. Fate capire che non sono dei buoni cristiani. Non esitate a usare l'arma della scomunica per far capire alla gente che sono nemici della Chiesa di Roma", fra le colline del Burundi e del Rwanda il discorso viene recepito in questo modo: ""Gli Inyenzi (scarafaggi) fanno piangere il papa, quindi sono l'incarnazione del male. Sono una banda di scomunicati, sono diavoli. E uccidere il diavolo è il primo dovere di ogni buon cristiano, cosi' tagliamoli a fette e assicuriamoci un posto in paradiso".

   Ecco come viene recepito il messaggio in Africa. Lo avrebbe capito anche un idiota, ma ovviamente non il papa (sempre che fosse in buona fede). Perché cercare l'intelligenza in un papa è come cercare l'acqua su Marte.

  Questo è il messaggio che i preti locali ripetono per anni, in modo ossessivo, da una settimana all'altra quando fanno la predica ai contadini Hutu. Lo stesso messaggio è ripreso dai prefetti e dalla radio Mille Collines. Tanto c'è la benedizione del papa. Nel migliore (per lui) dei casi, Wojtyla ha giocato all'apprendista stregone,  trafficando con una realtà più grande di lui che a un certo punto gli è scoppiata in faccia. Del resto il papa non è uno stregone? Che differenza c'è fra il papa, che cerca d'impressionare la gente con fumi e sortilegi, e uno stregone, che cerca d'impressionare la gente con fumi e sortilegi? Entrambi, quando si sentono minacciati, diventano pericolosi. Possono fare di tutto per eliminare i presunti nemici e conservare i loro privilegi. Come ho scritto in "Rwanda!", Wojtyla ha creato le premesse per il massacro. La chiesa cattolica lo ha fatto storicamente, leggete la storia del Rwanda. E Wojtyla lo ha fatto fino alla morte. Gli Hutu si sono sentiti autorizzati a massacrare i Tutsi. Si sono sentiti autorizzati a massacrare mia moglie, come potete leggere in "Rwanda!" Per me è come se l'avesse massacrata Wojtyla. Ha armato le loro mani, ha lavato le lo coscienze, ha virtualmente benedetto il massacro.  Del resto lo si vede nei processi al Tribunale Internazionale di Arusha (e in quello di Kigali). Quando gli chiedono perché hanno tagliato a fette i Tutsi, i criminali rispondono: il prete ciu aveva detto che ogni Tutsi è un diavolo, che ogni Tutsi è Satana, non sapevamo di fare male." Ecco quello che dicono. E chi l'ha detto ai preti? I vescovi. E chi l'ha detto ai vescovi? Chi ha alleggerito la coscienza degli assassini? Wojtyla, con la sua insipienza, la sua ignoranza, il suo cinismo e la sua brama di potere. Si dice che uno stupido possa fare più danni di una bomba atomica. Wojtyla batte Hiroshima 1.000.000 a 150.000. Ma queste cose si pagano. Non è giusto che quel criminale sia morto senza venire processato. E' giusto, invece, che lo facciano santo, perché fra i santi c'è una quantità di criminali, volontari o semplicemente irresponsabili. Sarà in buona compagnia.

    Se qualcuno dice che sono l'unico a sostenere la colpevolezza di Wojtyla. si sbaglia di grosso. Potrebbe leggere "Rwanda, Histoire d'un Génocide"  di Colette Braeckman, Fayard, 1994.  Fra l'altro Colette è una mia amica.  Ha rischiato la pelle per scrivere quel libro e per descrivere quello che è accaduto dopo la presa di potere dell'FPR, la guerra in Zaire e tutto il resto. Potrebbe leggere  "La Nuit Rwandaise" di Jean-Paul Gouteux. Potrebbe leggere gli articoli della rivista Golias, che sar' cattolica ma ha gli occhi aperti e non fa sconti a nessuno. In ogni caso, davanti ai preti, le lingue si paralizzano. E la chiesa è maestra nel nascondere le prove, coprire le tracce, negare le verità piu' evidenti. Ha venti secoli di esperienza.  Nel mio post "Pensierino Domenicale", archivio di maggio, racconto come un prete possa proclamare in pubblico che "la Chiesa è sempre stata contro la pena di morte" senza che nessuno si azzardi a contraddirlo. E sappiamo tutti che è una balla grossa come una casa.

   Come la storia delle scuse di Wojtyla. Dicono che si sia scusato per le colpe della chiesa. Ma quali scuse! Immaginiamo che un pedofilo sadico, arrestato dopo avere violentato e tagliato a fette dodici bambini, dica in tribunale: "Scusatemi, mi è scappato, non volevo." E il giudice: "Va bene, torna pure a casa, ma cerca di non farlo più." Oppure che Hitler, invece di suicidarsi nel bunker, si fosse lasciato catturare e avesse detto: "Scusatemi, non l'ho fatto apposta, non so che cosa mi abbia preso." E gli Alleati: "D'accordo, per questa volta ti perdoniamo, ma se tocchi ancora un ebreo rimarrai senza caramelle per una settimana."

   No, per queste cose le scuse non bastano, a parte il fatto che le scuse senza ipentimento non valgono e dopo il genocidio Wojtyla ha protetto i preti assassini. Ci vuole la galera. E il papa  come capo della Chiesa, è responsabile di tutti i crimini commessi dalla Chiesa nel passato e nel presente. Se il regime nazista non fosse crollato, il successore di Hitler sarebbe responsabile  dei crimini di Hitler. Il partito nazista è stato sciolto e farne l'apologia costituisce un reato. La Chiesa non è mai stata sciolta, quindi l'uomo al potere è responsabile di tutti i suoi crimini. Il regime attuale è la continuazione di quello criminale del passato. E continua a delinquere.

      Non fidatevi di "Le Monde Diplomatique", che mi avete segnalato come una fidata fonte d'informazione. Le Monde Diplomatique è papalino, soprattutto nella sua versione italiana. In Italia tutto è papalino. Il papa è un veleno che ha inquinato la stampa e le coscienze. La gente non se ne accorge più. E' come l'invasione degli ultracorpi, sono tutti contaminati. In Italia e spesso anche in Europa, per sapere la verità sui preti, bisogna ricorrere all'informazione alternativa.

   Intanto il responsabile morale del genocidio aspetta di essere proclamato santo e nessuno si sogna di processarlo. Fino a quando dovremo tollerare quest'offesa alla giustizia, alla memoria delle vittime e all'umanità tutta intera?

Dragor


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