di Fabio Ambrosino
In questi giorni abbiamo assistito al moltiplicarsi di articoli e post su testate web e social network riguardanti l’illusione ottica dell’anatra-coniglio: una figura che, a seconda di come la si interpreti, può raffigurare alternativamente l’uno o l’altro animale. La storica immagine, diventata immediatamente virale, viene spesso descritta come una sorta di test psicologico in grado di rivelarci numerose informazioni sulla nostra personalità o sul nostro livello di creatività. Ma è davvero sufficiente una semplice figura raffigurante due animali per capire noi stessi? L’illustrazione, nota come illusione di Jastrow, deve il suo nome allo psicologo statunitense Joseph Jastrow, che più di cento anni fa la utilizzò per spiegare i processi percettivi attraverso cui il cervello dà vita a delle immagini visive coscienti. Quello che questa figura ci dimostra è che la mente umana opera attivamente sulle percezioni sensoriali piuttosto che limitarsi a recepirle in modo passivo. In altre parole, ciò che noi vediamo o sentiamo dipende tanto dalle nostre caratteristiche e dalla nostra attività mentale, quanto dalla natura stessa di ciò che stiamo vedendo o sentendo. Tuttavia, sostenere che la nostra reazione di fronte all’illusione ottica dell’anatra-coniglio sia in grado di rivelarci molte informazioni riguardanti il nostro modo di essere, non è esattamente corretto. La personalità di ognuno di noi consiste in un sistema estremamente complesso, risultante dall’interazione simultanea di un numero pressoché incalcolabile di variabili di tipo genetico, comportamentale, relazione e cognitivo. Per farci un’idea, lo strumento più utilizzato per definire la personalità di un individuo, il Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI-2), consiste in un questionario di 567 domande e richiede circa due ore per essere completato nella sua interezza. E nonostante questo, anche l’MMPI-2 è in grado di fornire una rappresentazione solo approssimativa del modo di essere di chi lo compila. Questo perché è praticamente impossibile creare uno strumento che riassuma in modo preciso e puntuale le caratteristiche di una determinata persona. È quindi improbabile che questo accada utilizzando una semplice illusione ottica. Ma non è tutto. La nostra personalità non è sempre uguale nel tempo. A seconda che una persona sia motivata o rassegnata, triste o felice, sazia o affamata, il nostro modo di reagire agli stimoli provenienti dall’ambiente cambia totalmente. Inoltre, le nostre percezioni sensoriali dipendono anche dal contesto in cui siamo inseriti. A dimostrazione di ciò, se si sottopongono dei bambini al test dell’illusione di Jastrow durante le vacanze di Pasqua è più probabile che questi vedano il coniglio prima dell’anatra. Al contrario, se si effettua il test agli stessi bambini durante il periodo autunnale questi tenderanno a percepire prima il volatile. In conclusione, il nostro modo di reagire di fronte a questa figura non è sufficiente a fornire delle risposte esaustive sulla nostra personalità. Questo può casomai essere indicativo di una data tendenza in un dato momento, ma di certo non è sufficiente per farci conoscere il nostro livello di creatività o qualsiasi altra nostra caratteristica. Purtroppo, per avere un’idea anche solo adeguata di quel sistema infinitamente complesso che è la mente umana, c’è bisogno di molto di più. The post Perché l’illusione del coniglio e dell’anatra non dice nulla sulla nostra personalità appeared first on Wired.