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Perché l’IMU è un’imposta nefanda. Colpisce il sacrificio degli italiani ed è incostituzionale

Creato il 21 dicembre 2012 da Iljester

IMUBenigni qualche giorno fa ha imbastito un tristo spettacolo dedicato alla nostra Costituzione ed è stato pagato profumatamente per farlo. Ma in Italia le cose vanno così. E non lo si può neanche biasimare. Ognuno, alla fine, tira acqua al proprio mulino, e non credo esistano nel nostro paese persone che avrebbero rinunciato a un lauto compenso per dire praticamente l’ovvio in TV, per giunta davanti a milioni di telespettatori che senza le mediocri perfomance del comico toscano forse non saprebbero nemmeno che in Italia abbiamo una carte fondamentale.

L’ovvio sta nel fatto che la nostra Costituzione è condivisibile, auspicabile, applicabile, bella, onesta ed è un inno alla democrazia. Praticamente il massimo della goduria democratica. Peccato, però, che la sua applicazione lasci parecchio a desiderare. Ed è un peccato che i nostri politicanti la conoscano a sbalzi, a tratti, e un po’ come conviene loro. Peccato soprattutto che una certa parte politica la strumentalizzi per fini di opposizione politica.

La Costituzione ha una sua funzione ed è chiara: difendere il cittadino dai vari tentativi di prevaricazione del pubblico potere nei suoi confronti. Dare al cittadino dei punti di riferimento fondamentali nella sua condotta e nelle sue relazioni sociali. Assicurare la certezza del diritto e stabilire i paletti entro i quali il legislatore, il governo e i giudici possono muoversi liberamente, nell’interesse del popolo e non nell’interesse di questa o quella casta o potere oligarchico.

Niente di meno vero. La Costituzione è troppo spesso calpestata e disattesa proprio negli aspetti più marginali e meno evidenti, e proprio per favorire caste e poteri. E non parlo certo di un qualsiasi “Lodo Alfano”, ma di tutte quelle norme che giornalmente vediamo applicate nei tribunali e negli uffici pubblici in nome e per conto del popolo italiano, ma di fatto emanate in nome e per conto di questo o quel potere forte.

Prendiamo per esempio l’IMU sulla prima casa. Ma sapete che questa imposta è palesemente incostituzionale? E non mi riferisco a contorte (e spesso fumose) interpretazioni giurisprudenziali, dalle quali risulterebbe tale, ma da una semplice lettura del principio costituzionale sancito all’art. 53 Cost., che afferma che tutti i cittadini sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva, e cioè in base alla capacità di produrre reddito, che può derivare da attività lavorativa (retribuzione), da investimenti (interessi) o anche da un patrimonio (rendita da locazione, utili o simili).

L’IMU, sotto questo profilo, è un’imposta palesemente incostituzionale, perché la prima casa non produce alcun reddito. Non produce reddito da lavoro, non produce interessi e non produce utile o rendita da locazione, ovvero altra rendita equiparata. Mentre produce indubbiamente spese e oneri (manutenzioni, mutuo, riparazioni). La prima casa è soprattutto una fonte di oneri. E imporre al cittadino un’imposta sugli oneri è non solo incostituzionale, ma è persino aberrante.

Ma questo è paradossalmente il dettaglio meno importante. L’aspetto più rilevante è che la prima casa è il frutto non solo dell’individuo per se stesso, ma è anche il frutto dei sacrifici di una famiglia, per la famiglia. È il tetto sotto il quale un genitore mette al riparo se stesso e i propri figli. È un elemento costitutivo del nucleo famigliare, senza il quale la famiglia non esisterebbe. La casa è un bene primario. È soprattutto un diritto. Tassare un bene primario, è svilire i principi fondamentali della Costituzione, tra i quali spicca il principio di uguaglianza e di realizzazione della persona umana.

Questi sono solo gli aspetti più superficiali per denunciare l’IMU come la più nefanda e immorale imposta che mai un governo italiano abbia emanato. Se poi pensiamo che una parte del gettito fiscale verrà utilizzato per pagare (l’altrettanto) nefando meccanismo sovranazionale, altrimenti noto come “Meccanismo di Stabilità Europea” (ESM), allora possiamo dire che stiamo raschiando il fondo del barile dell’immoralità fiscale, perché quel denaro passerà dall’ESM alle banche in crisi; quelle stesse banche che poi fanno pagare fior di interessi ai poveri cittadini per ottenere il mutuo per l’acquisto della casa tassata dall’IMU.

Un meccanismo perverso che fa il paio con uno dei tanti aspetti contraddittori della nostra “bella” Costituzione. Se è vero, infatti, che esiste il principio della capacità contributiva (e del meccanismo progressivo, art. 54 Cost.), e se è vero che esiste il divieto di proporre referendum in tema di legislazione fiscale, è anche vero non esiste nella nostra “bellissima” e “democraticissima” Carta una norma di civiltà che sancisca un limite – anche generale o comunque etico – al prelievo fiscale. Di fatto il Governo e il legislatore non hanno un limite per operare dei prelievi fiscali, e maggior ragione non ce l’hanno oggi che l’Italia ha aderito all’Unione Europea e ai rigorosi vincoli di bilancio che deve rispettare per restare associata al club.

L’IMU è un’imposta nefanda e aberrante. Ma è ancora più aberrante sapere di avere una certa classe politica, che si candida a governare il paese, che non la ritiene tale e che anzi, intende non solo tenerla, ma pure affiancarla a un’imposta patrimoniale. All’orrido e al peggio – mi vien da dire – non c’è davvero mai fine…


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