Perché l’Italia è sprofondata/1: Cota Roberto

Creato il 26 ottobre 2010 da Anellidifum0

Cota Roberto in televisione ha sempre l’aria di quel nostro compagno di classe poco intelligente ma simpatico, alla mano. E’ proprio per questa sua capacità a bucare il video e ad apparire come meno intelligente di chi lo ascolta da casa che ha vinto – non meritatamente, dal momento che due delle liste che lo sostenevano erano tarocche – le elezioni regionali in Piemonte. Il problema è che Cota Roberto non ha solo l’aria della persona scarsamente dotata di rete sinaptica. La sua ultima idea, infatti, è di quelle da fare il giro del mondo: “Borse di studio solo agli studenti piemontesi” e non ai migliori. In sostanza Cota Roberto ribalta mezzo secolo di buone pratiche mondiali che si basano sull’idea che ogni università deve lottare per accaparrarsi i cervelli migliori, a prescindere da dove siano nati, per farli diventare studenti o ricercatori e contribuenti fiscali (e poi, eventualmente, residenti) della propria area geografica. Cioè, da che mondo è mondo, le istituzioni cercano di attirare i migliori, quelli che son più bravi a studiare e a fare ricerca, per farli diventare esponenti e ambasciatori della data università, così che possano dar lustro a quella università, a quel centro di ricerche, a quella Regione dove hanno deciso di trasferirsi per, chessò, scoprire il vaccino contro l’Aids, o la cura contro il cancro, o scoprire e commentare un nuovo romanzo di Italo Calvino.

No, Cota Roberto ha deciso che non è questa la priorità del suo governo regionale. La priorità è dare le borse a chi sia nato e già residente ad Alessandria, Casale, Cuneo, Torino, Biella, Vercelli, Verbania e nelle altre province del Piemonte. Quindi per dire, io che son piemontese da nove generazioni, con uno dei cognomi più piemontesi del mondo, ma che sono residente e nato a Roma, sarei tagliato fuori. Ora, io in 5 anni di Ph.D. nella più prestigiosa università canadese ho ricevuto la bellezza di 16.000$ di borse di studio all’anno, più i salari come insegnante universitario e come formatore di insegnanti. Facendo un calcolo molto approssimativo, a me l’Ontario – terra mai vista prima – ha versato circa 170.000 $ (circa 150.000 euro) per consentirmi di compiere questo Ph.D. presso la UofT. In cambio, io ho pagato le mie tasse lì, ho contribuito a far girare l’economia di quei posti comprando un appartamento e vivendo lì, gli ho formato due anni di insegnanti universitari e ho insegnato la grammatica e la lingua italiana a 5 anni di classi, oltre ad aver dato una nuova lettura dell’opera di Tondelli. E credetemi: lo so bene che il mio studio e la mia ricerca non sono fondamentali come quelli di chi, venendo in Ontario dall’Asia o da altri continenti, ha magari contribuito alla scoperta di un vaccino o di una cura contro qualche malattia, o ha scoperto una nuova galassia osservando lo spazio. Ciò nondimeno, l’Ontario e il Canada in me hanno creduto e hanno ricavato il proprio tornaconto in termini di professionalità e di contributo in materia grigia.

Proprio quella materia che Cota Roberto ha l’aria di non avere in gran dote. E ora sappiamo che non è solo un’aria, la sua.

(Questo post lo dedico ai piemontesi che stanno organizzando le mie presentazion di Cuneo e Torino, i prossimi 5 e 6 novembre).


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