Magazine Diario personale
Me lo son chiesto molte volte, ma c’è voluto l’intervento di T , che mi ha sollecitato delle risposte, affinché argomentassi .Io credo che a questa domanda ci sarebbero, ci sono, tantissime risposte: provo a sintetizzarne brevissimamente un paio.La prima è perché l’uomo, immerso nell’universo di cui non aveva contezza, e davanti ai fenomeni naturali di cui ugualmente non conosceva niente, ne abbia avuto paura, avvertendo la sua limitatezza. Così ha creato un essere superiore, capace di essere l’autore di tutte le bellezze naturali ma anche il responsabile di tutti i disastri naturali , tipo terremoti, alluvioni etc etc, di fronte ai quali l’uomo era impotente.La seconda è che l’uomo è così megalomane che aveva bisogno di un contraltare, di un alter ego, dotato di tutte le sue caratteristiche, che fungesse - allo stesso tempo - da modello identitario, e da alibi per il suo umano-centrismo.Nell’Olimpo greco gli Dei avevano sembianze , usi e costumi umani, cosa che andò man mano scomparendo con l’affermazione di un Dio unico. Anch’egli con atteggiamenti e sentimenti squisitamente umani, ma meno “avvicinabile” degli Dei precedenti. In tutte le religioni, comunque, vi è una netta demarcazione tra il bene e il male, tra Zeus e Prometeo, tra Dio e il Diavolo. Le mie conoscenze non mi permettono una disamina plausibile, ma credo che l’uomo effettui questa demarcazione per creare a se stesso un tabù, ovvero una soglia, oltrepassando la quale l'uomo sarebbe un animale senza la ragione. Quindi si potrebbe dire che Dio è il limite che l’uomo mette a se stesso.Mi chiedo, però: ma se l’uomo fosse immortale, se non conoscesse il dolore e la malattia, avrebbe ugualmente bisogno di un Dio? Credo proprio di no.