Oggi, nel belpaese degli scandali, nessuno si scolla dalla poltrona. In realtà, la nostra nazione è all’avanguardia e ben presto anche le democrazie più evolute giungeranno alla medesima conclusione: non esiste un valido motivo per dimettersi.
Tangenti? Frodi? Truffe? Finanziamenti illeciti? Rimborsi gonfiati? Spreco di danaro pubblico? Fondi europei fantasma? Pensioni d’oro? Falsi titoli di studio? Meeting con mafiosi?
Non sono accuse soddisfacenti per lasciare il proprio incarico governativo.
E, se ci riflettiamo senza pregiudizi, è giusto così.
Perché se il politico italiano, l’impiegato comunale o un quaslvoglia dirigente della pubblica amministrazione volesse dimettersi per una «semplice» indagine della magistratura (faziosa) oppure un’intercettazione telefonica pubblicata dai soliti giornalisti-sciacallo in cerca di facili scoop, i tre quarti dell’apparato pubblico italiano andrebbe a farsi friggere.
E allora, con coerenza e in perfetto Italian Style, Renata Polverini non deve abbandonare l’incarico di Presidente della Regione Lazio! Le sue dimissioni provocherebbero un vuoto istituzionale, il Paese – già in bilico – si destabilizzerebbe ulteriormente e, soprattutto, partirebbe un effetto domino travolgente per tutte le altre regioni italiane.
Certo, se lo scandalo assumesse toni hot e si parlasse di sesso&politica allora la questione sarebbe diversa ma, in fin dei conti, er batman-Fiorito ha solo rubato soldi pubblici senza macchiarsi con prostitute e trans.
La famiglia è salva, non c’è nulla di cui vergognarsi, lo spettacolo (indegno) può continuare.
MMo