"Non ho intenzione di ripetere le solite stronzate sull'opportunità della crisi, ne ho già parlato fin troppo negli ultimi quattro anni, arrivando persino a scriverci un libro, il "Per fortuna c'è la crisi!".
No, oggi voglio dire davvero le cose come stanno.Le PMI falliscono unicamente perché l'imprenditore è un incapace, il più delle volte anche presuntuoso e arrogante, oppure debole ed inetto.Certo, poi a cascata arrivano tutti gli altri problemi, ma la verità è solo questa, ed è talmente evidente che solo un ipocrita potrebbe negarlo.
Di solito le lacune che maggiormente riscontro sono tre:
1- Nessun controllo finanziario, neppure nella sua forma più banale. Non distinguono un costo fisso da uno variabile, calcolano la marginalità "ad occhio", non sanno qual è il loro vero break even, non controllano le spese dei loro collaboratori, non calcolano i costi di non qualità, risparmiano sulle cagate e poi buttano via migliaia di euro in investimenti sbagliati o sprechi costanti. Hanno magazzini imbarazzanti o danno stipendi a persone che remano contro l'azienda, fanno fare acquisti strategici ad amministrativi incompetenti e non hanno nessuno che sia esperto nel recuperare i crediti senza perdere il cliente. Uno schifo totale, che poteva non rappresentare un problema quando le marginalità (vere) erano a due zeri, ma che diventa fatale quando si viaggia stabilmente sotto al 10%.
2- totale mancanza di basi nella gestione del personale. Si tollerano situazioni che andrebbero gestite immediatamente con fermezza e si cazzia a caso il malcapitato di turno. Le riunioni sono una pena infinita, il più delle volte monopolizzate dal titolare, oppure diventano un inutile campo di battaglia per lanciarsi accuse reciproche. Qualcuno non le fa proprio "perché tanto ci vediamo tutti i giorni", oppure fa quelle orripilanti convention di fine anno, per ripetere le stesse stronzate ogni anno. Sono incapaci nel dare il più semplice dei riconoscimenti, danno tutto per scontato, vivono in un mondo egoico dove sembra che loro siano gli unici a sapere come si fanno le cose. Non hanno mai neppure pensato a creare un minimo di meritocrazia, tramite piccoli premi o incentivi legati al reale valore creato dai collaboratori. Scavalcano i responsabili intermedi (quando li hanno), danno ordini contrastanti, fanno un tale casino che spesso sarebbe meglio se restassero a casa. Non sanno indicare i risultati da ottenere, parlano solo di quello "che andrebbe fatto" e mai del "come va fatto", non sanno neppure cos'è uno scopo, una visione o un sistema di valori aziendali.
3- totale ignoranza nel marketing e nella gestione commerciale.Pensano ancora che il cliente venga a bussare alla loro prestigiosa aziendina, ma non si sono accorti che il telefono ha finito di squillare da anni e che il fax ha le ragnatele sopra. Ti parlano del perché i clienti dovrebbero comprare da loro, peccato che i clienti abbiano un'idea totalmente diversa e ovviamente si guardano bene dal chiedergliela. Vedono i venditori come un costo, li pagano ancora col fisso e sperano che basti dargli la brochure in mano per farli vendere. Non sanno fare un budget, o non hanno un responsabile commerciale che lo faccia per loro, nessuna strategia marketing per i 6-12 mesi a venire, nessuna riunione settimanale o mensile con gli agenti, solo qualche telefonata ogni tanto per sapere cosa hanno venduto. Hanno ancora in testa quella idea anni '70 che basta avere un buon prodotto per fare i clienti e che proporsi sia un po' da sfigati. Credono che prima o poi il mercato si "riaprirà", ma l'unica cosa che sono destinati ad aprire sono nuovi fidi in banca per far fronte ai debiti.
Ci sarebbe poi tutto il resto, ma già con queste tre condizioni una PMI non ha nessuna possibilità di salvarsi, quindi è solo questione di tempo. Non verrà salvato da nessun politico, da nessuna riforma, da nessuna banca. Da loro può solo essere affossato più velocemente. Punto.E se la tua azienda sta andando male, senza avere nessuno di questi tre problemi, allora ti faccio un regalo. Vengo io a verificare se è vero. Sempre che tu sia disposto a sentirti dire cose vere, e non necessariamente piacevoli.Posted 18th August 2011 by Fabrizio Cotza
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