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Perché leggere i classici

Creato il 13 settembre 2011 da Tiba84
"Amo soprattutto Stendhal perché solo in lui tensione morale individuale, tensione storica, slancio della vita sono una cosa sola, lineare tensione romanzesca. Amo Puskin perché è limpidezza, ironia, serietà. Amo Hemingway perché è matter of fact, understatement, volontà di felicità, tristezza. Amo Stevenson perché pare che voli. Amo Cechov perché non va più in là di dove va. Amo Conrad perché naviga l'abisso e non ci afonda. Amo Tolstoj perché alle volte mi pare d'essere lì lì per capire come fa e invece niente. Amo Manzoni perché fino a poco fa l'odiavo. Amo Chesterton perché voleva essere il Voltaire cattolico e io volevo essere il Chesterton comunista. Amo Falubert perché dopo di lui non si può più pensare di fare come lui. Amo Poe dello Scarabeo d'oro. Amo Twain di Huckleberry Finn. Amo Kipling dei Libri della Giungla. Amo Nievo perché l'ho riletto tante volte divertendomi come la prima. Amo Jane Austen perché non la leggo mai ma sono contento che ci sia. Amo Gogol' perché deforma con nettezza, cattiveria, misura. Amo Dostoevskij perché deforma con coerenza, furore e senza misura. Amo Balzac perché è visionario. Amo Kafka perché è realista. Amo Maupassant perché è superficiale. Amo la Mansield perché è intelligente. Amo Fitzgerald perché è insoddisfatto. Amo Radiguet perché la giovinezza non torna più. Amo Svevo perché bisognerà pure invecchiare..."

I. Calvino

Perché leggere i classici"A volte sogno che quando verrà il Giorno del Giudizio Universale, e i grandi coquistatori e i legislatori e gli uomini di Stato si presenteranno per ricevere i loro riconoscimenti - la corona, l'alloro, il nome inciso su marmo imperituro -, vedendoci arrivare con i nostri libri sotto braccio l'Onnipotente si rivolgerà a Pietro e, non senza una certa invidia, gli dirà: "Guarda, per costoro non c'è bisogno di ricompensa. Non dobbiamo loro nulla. Hanno già amato leggere"

V. Woolf


Leggere, azione più complessa del guardare, perché esige le più rare doti di fantasia, acume, giudizio, pazienza. La capacità di soffermarsi su dettagli superficiali e la profondità di saperli abitare. Leggere è come rivivere quel senso di smania, quel terrore, quell'estasi che si provano vicino a Clarissa.

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