Magazine Cultura
In soldoni, il Girola nazionale si domanda come mai i lettori che si definiscono “forti”, e specialmente in ambito horror, non vanno mai al di là di Stephen King, che a loro detta è il più bellobbravopotentearrapante…
Ecco, scippandogli biecamente l’idea, voglio fare un gioco con voi, ripetendo l’operazione di Alessandro ma rigirandola in ambito fumettistico.
E quindi vi domando: perché leggete sempre gli stessi fumetti?
Mai letto Level E, vero?
La domanda sorge spontanea, soprattutto frequentando diversi gruppi a tema fumetti, leggendo i topic di svariati forum e, più in generale, seguendo il mondo “nerd” a 360°. Va da sé che bene o male, ciclicamente, si inizia a parlare dell’opera X, dell’autore Y e della collana Z, e si ritrovano sempre, sostanzialmente, le stesse identiche risposte (con gli stessi identici interlocutori).
L’idea che mi sono fatto io (e per carità: potrebbe essere un’idea sbagliata) è che la stragrande maggioranza dei lettori di fumetti non riesca ad andare “oltre” quei 3-4 titoli diventati mainstream nell’ultimo periodo, quasi come se non esistessero altri autori o altri titoli.
O peggio ancora: se non è una brutta cosa alternare la bellissima "lettura da cesso" alla "lettura impegnata", c'è chi, avendo letto in vita sua solamente 5 letture da cesso, le eleva al rango di divinità supreme.
Ah, quant'è bella la fantascienza di Terraformars! (mai letto nulla di Shirow, vero?)
E allora mi ritrovo in gruppi dove viene esaltato il genio creativo di Hiro Mashima e del suo Fairy Tail, come Toriko sia diventato il più grande capolavoro fumettistico degli ultimi 150 anni, e di come Kishimoto sia il più bravo gestore delle emozioni umane dai tempi di Omero.
E questo per rimanere solamente nell’ambito manga (vi risparmio roba come “Garth Ennis merda” o “Alan Moore non sa scrivere”, si commentano già da soli).
La cosa buffa di queste situazioni è che spesso chi discute di questi titoli (probabilmente i loro preferiti – e in questo non c’è nulla di male) non ha mai letto, per l'appunto, nient’altro. Volendo fare un paragone un po’ azzardato sarebbe come se uno spettatore volesse parlare del meglio del cinema e dell’impatto di Kubrick sul mondo in celluloide quando in vita sua ha visto solamente “Vacanze di Natale”.
E solo quelli di Neri Parenti, tra la fine degli anni '90 e l'inizio degli anni 2000.
Capirete anche voi quanto sia tragicomica la faccenda.
Per l'appunto...
Ed è ancora più incredibile se si pensa che su Internet ci sono oasi in cui è possibile scroccare, con un semplice click, tutto quello che si può trovare in una fumetteria e tutto quello che non sarà mai reperibile in una fumetteria.
Insomma, la lettura è a portata di mano. Ma eccezion fatta per quelle 3-4 cose, nessuno sembra rendersene conto.Purtroppo…
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