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Perche’ Marco Travaglio potrebbe lasciare il Fatto Quotidiano?

Creato il 28 novembre 2010 da Tnepd

Perche’ Marco Travaglio potrebbe lasciare il Fatto Quotidiano? Per rispondere a questa domanda – davvero impegnativa – e’ necessario partire da lontano. Portate pazienza perche’, ragazzi... stavolta se le stanno davvero dando di santa ragione!    Lo hanno voluto mettere alle strette, il Mussoloni, e lui ha reagito.
Negli ultimi due mesi le sue vecchie ossa hanno dovuto sopportare le peggiori angherie dei notabili di Confindustria e dei loro lacche’. Gli stessi salvatori della patria che che da anni, senza alcun pudore, delocalizzano oltre confine le attivita’ produttive tradendo l’interesse nazionale. Poi e’ stato il turno di Galeazzo con i suoi cerini che andavano e venivano (la piu’ sfacciata crisi pilotata multipla interrupta con scappellamento a sinistra che io ricordi). Poi in rapida successione l’inchiesta Finmeccanica destabilizzante per l’esecutivo in carica e per una manciata di ministeri economici, le minacce di Wikileaks (destabilizzanti per l’esecutivo in carica e per i ministeri degli Affari esteri e della Difesa) ed una raffica di campagne stampa al vetriolo sia nazionali che internazionali. Queste ultime, benche’ sottovalutate dal grande pubblico, sono di gran lunga le piu’ pericolose. L’ultima via web e’ puntualmente riportata da Wil di Non Leggerlo:
Stati Uniti. Giorno del Ringraziamento, festa nazionale. America Online, che è il più grande provider del mondo con i suoi 23 milioni di utenti, invita i propri lettori a ringraziare il cielo, per non essere uno di quei ridicoli "tacchini" indicati nel sondaggio... 12 loschi figuri, i casi umani più imbarazzanti dell'anno: tutti americani tranne uno, bisogna scegliere il peggiore... e tra criminali, predicatori, cialtroni, violenti e puttanieri, spunta pure un italiano, con i suoi "scandali sessuali fuori controllo", con le sue "minorenni" ed il suo proverbiale "bunga bunga".
Queste campagne mediatiche planetarie che sbeffeggiano Mussoloni - e gli italiani e l’italianita’ con lui - sono pericolose non tanto per la sua immagine personale (di cui nulla ci importerebbe se non fosse il Presidente del Consiglio) quanto per quella del nostro sistema economico e finanziario, per il cosiddetto Made in Italy. Non mi riferisco alla vendita di magliette ma ad investimenti di centinaia di miliardi di Euro che, attraverso quelle campagne denigratorie, vengono pilotati verso altri Paesi. E’ cosi’ che operano gli Zar della finanza. Ti lavorano ai fianchi finche’ non sei stanco, ti screditano come nazione agli occhi del resto del pianeta cosi’ che gli investitori internazionali escano dal tuo mercato, poi – se se in crisi ma ancora non sei al tappeto - ti danno il colpo di grazia levando i loro capitali (botte da 30, 40 miliardi di euro per volta) dal tuo mercato azionario e finanziario in genere. A conti fatti non sono altro che degli allibratori, speculatori i cui imperi si fondano esclusivamente sulla movimentazione del denaro. Di mestiere spostano soldi virtuali, non creano nulla, al massimo lo assicurano.

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George Soros

Questi signori si arricchiscono smodatamente - e la domanda a cui fra qualche anno cercheremo di rispondere dopo aver assodato il chi, come, dove e quando sara’ proprio: perche’? ... – comunque... questi signori si arricchiscono con la pratica piu’ vecchia del mondo, o forse la seconda in ordine di anzianita’ e di gran lunga meno nobile della prima: la guerra. In luoghi come l’Iraq, l’Afghanistan o il Pakistan, gli Zar fanno la guerra per antonomasia, vecchia maniera - quella delle bombe, dei missili, delle mine e via dicendo - e riescono persino a farla nel disinteresse generale del civilissimo Occidente, giusto lo spazio di un trafiletto scorrevole sul bordo dello schermo mentre Cucuzza intervista Malgioglio.
Fino a qualche anno fa queste guerre nel Terzo Mondo si imbastivano allo scopo di accaparrarsi le risorse dei Paesi occupati (mano d’opera a basso costo, petrolio, gas, miniere...) ma direi che dalla guerra del Golfo in poi - c’e’ chi sostiene gia’ dal Vietnam - lor signori si trastullano a fare le guerre in quanto tali, cosi’, per alimentare il mercato delle armi. Si, perche’ le armi sono prodotte da aziende di cui loro detengono le azioni o meglio ancora non le detengono e le comprano appena prima di far scoppiare una guerra e di appaltare la produzione di spolette per bombe a mano ed elmetti alla loro neo-acquisita per poi impostare le strategie militari proprio sugli attacchi terrestri cui consegua un consumo di bombe a mano ed elmetti a profusione. A conti fatti sono gli Zar che producono e poi vendono il materiale bellico sia all’esercito americano che ai suoi modesti antagonisti ma il loro massimo sollazzo non sta nell’attribuirsi le laute commesse belliche quanto nello specularci sopra. Non sottovalutiamo poi l’indotto post-invasione fatto di appalti per la “ricostruzione”, associazioni pseudoumanitarie, proteiformi esportazioni della democrazia e via discorrendo, tutte pratiche che riciclano montagne di denaro nelle direzioni predestinate dalla cabina di regia. Assomiglia molto alla condotta di quei tizi che ti fan saltare per aria il negozio se non paghi il pizzo... come si chiamano? Mi sfugge.
Dalle nostre parti, nel pasciuto Occidente, non c’e’ piu’ spazio per scaricare napalm e a sguinzagliare droni ci pensa gia’ Google Street View, allora lor signori si son dovuti inventare una guerra diversa ma ugualmente redditizia. Il grande show del terrorismo vero o presunto, la strumentalizzazione dei media, la gestione della comunicazione, la produzione e lo sfruttamento di crisi finanziarie e sociali equivalgono ad azioni di guerra decisive per stabilire i rapporti di forza, per piegare ai propri voleri interi Stati tenuti costantemente sotto assedio. Quella in corso in queste ore in Italia altro non e’ che un’azione di guerra.

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Pot-pourri delle sue migliori performances (pubbliche)

Per visualizzare le giuste proporzioni tra i contendenti basta pensare che Mussoloni, con tutti i suoi intrallazzi, realizza un patrimonio di circa 7 miliardi di euro di cui solo una parte sarebbe rapidamente smobilitabile nell’eventualita’ di un’operazione difensiva in ambito finanziario. Un Soros qualunque, con una telefonata, puo’ spazzolare 20 miliardi di sterline (piu’ o meno 30 miliardi di euro) dalla borsa di Londra e trasferirle, che so, alle Bahamas. Si nota la differenza?
Insomma, nelle ultime settimane il gotha della stampa internazionale (che e’ pappa e ciccia con gli Zar del denaro) ci ha dato sotto al Mussoloni come non mai. Sono tutti meritati questi affondi? vi chiederete.
Ebbene... diciamocelo... purtroppo si’! Questo e’ il problema... ma se vogliamo sperare in qualche maniera di riprenderci la sovranita’ nazionale che ci e’ stata sfilata di mano dagli oligarchi della finanza globale (in particolare col Trattato di Lisbona, ma e’ solo un tassello di un grande mosaico), ci tocca accontentarciper ora - di un anziano mariuolo, egocentrico, massone piduista, mafioso e pure arrapato. Almeno e’ simpatico. Facciamocene una ragione e tiriamo avanti...
Mussoloni ed il Condor – non dimentichiamoci mai del Condor - hanno reagito con le armi tradizionali finche’ lo scontro non si e’ fatto troppo cruento. Su TNEPD non guardiamo in faccia a nessuno ed abbiamo smascherato alcune mosse mediatiche della compagine governativa, in particolare l’affaire Saviano. (Per chi non ha ancora chiaro chi sia il datore di lavoro di Roberto Saviano, il link e’ questo.) Ma tra il 25 ed il 26 novembre (c’entrera’ qualcosa il summit toscano di Faccia di Lasagna?) la parte avversa deve aver davvero tirato troppo la corda perche’ oggi (27 novembre 2010) Mussoloni ha dovuto giocarsi il Jolly, quello che si teneva nel polsino dal 1994. E’ una data da segnare.
Se dovessi azzardare un’ipotesi sulla grave motivazione che puo’ aver spinto Mussoloni ed il Condor a giocarsi il Jolly, direi che gli Zar della finanza potrebbero aver ventilato l’ipotesi – altrimenti detta minaccia - di provocare in Italia un crack tipo Grecia e Irlanda. Purtroppo abbiamo solo l’intuito e la logica dalla nostra poiche’ cio’ che accade in certe stanze ci e’ dato solo d’immaginarlo.
Con lo spauracchio di una vecchiaia dietro le sbarre (che peraltro sarebbe meritatissima) nel 1994 gli Zar avevano agevolmente persuaso Mussoloni al silenzio ed il vigliacco e’ rimasto muto fino ad oggi. Sara’ stata l’eta’? Sara’ stato il Condor? Morale... oggi e’ saltata fuori quella velina che tutti si erano ripromessi di tenere sempre chiusa in un cassetto.
Prezzemolo forse non uscira’ mai dai box... dalle cucine sento giungere, sempre piu’ pungente, quel buon odore di secessione.
Ah... dimenticavo...
E se oggi - e mi piange il cuore a battere su questa maledetta tastiera – si e’ scomodato il direttore in persona per mettere in bella copia il comunicato stampa degli Zar, allora e’ ora che Travaglio se ne vada, come il suo Maestro gli ha insegnato che talvolta si deve e si puo’ fare. Letture sul tema opposizione: Perche’, sapendo e potendo - Il buono, il brutto e il cattivo - Pronostici divergenti - Stavolta sara'peggio del 1994 - La testa oltre lo steccato - Milano, Primarie del PD: Nomi illustri alle urne Letture sul tema governo: Che gioia, finalmente siamo entrati nella pre-fase elettorale – Sento odore di secessione – Censura preventiva - Una punta di vergogna – Perche’ Beppe Grillo si tiene alla larga da Roberto Saviano?
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