Sono un contemporaneo. Lo sono perché vivo questa epoca. E sento di appartenere appieno ad essa, alle sue contraddizioni, alle sue lacerazioni, alle sue ipocrisie, ai suoi dolori, alle sue gioie, alle sue tenebre, alla sua fioca luce. Ma non vivo di attualità, non sono un giornalista della parola che ha bisogno di inseguire le notizie, sempre nuove, sempre diverse. Non sono un segugio che corro dietro ogni evento, ogni avvenimento. Non mi piace celebrare i “natali”, i “buon anno”, le “pasque”, le “epifanie”; le ricorrenze stantie, le celebrazioni inutili, non mi piace cantare in coro, recitare le stesse litanie, le stese giaculatorie; leggere lo stesso romanzo, all’unisono, parlare del film o dello spettacolo del giorno. Ma sono un contemporaneo e m’interesso dei problemi, della vita dei nostri tempi. Mi piace sprofondarmi nei suoi recessi più remoti, toccarne il fondo limaccioso, sporcarmi le mani con la politica, partecipare, prendere parte, indignarmi, incazzarmi, emozionarmi, appassionarmi, vivere, schierarmi, prendere posizione, accalorarmi, schifarmi di quello che vedo di quello che sento, eccitarmi, annoiarmi. E mi piace tutto questo perché sono un contemporaneo, uno che ha il gusto per lo scrivere, e mi piace scrivere degli uomini e delle donne di questo tempo perché attraverso ogni loro voce sento parlare la mia anima, il mio amore per il mondo, per le piante, per gli animali, per ogni creatura che vive e si dispera in questo universo immenso e infinito dove le voci si perdono nel nulla come ogni creatura alla fine della sua esistenza. Ecco perché mi sento un contemporaneo che non ama l’attualità, che non ama essere trascinato dalla corrente della storia, inerte, che ama opporre alla sua forza la mia debole forza e inconsistente, contro la sua ineludibile potenza, che tutto distrugge e tutto consuma in un attimo, nello spazio di una serata, nel titolo di un giornale o di un telegiornale. Contro questo potente spira dell’attualità io m’aggrappo alla mia contemporaneità cercando di viverla sino in fondo. Altro non ho da dire. Altro non ho da scrivere, se non questo: io mi sento contemporaneo.
Magazine Cultura
Potrebbero interessarti anche :
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Sospetti sul lago - Intervista con Anna Serra
Anna SerraAll'indomani (una serie di indomani, dovrei specificare) dell'evento di lettura a Rosta, a proposito dei Sospetti sul lago, opera prima di Anna... Leggere il seguito
Da Loredana Gasparri
CULTURA, LIBRI -
La Cerca
Esiste un elemento comune a ogni generazione, una trasposizione del rito di passaggio da bambino ad adulto in chiave moderna: il lavoro. Leggere il seguito
Da Signoradeifiltriblog
ARTE, CULTURA -
Divakaruni Chitra B., La ragazza oleandro, Einaudi – il libro del cuore della...
Ricordate LA MAGA DELLE SPEZIE, vero? Fu uno dei primi libri a dare il via alla scoperta della letteratura indiana contemporanea. Leggere il seguito
Da Atlantidelibri
CULTURA, LIBRI -
Gli esami non finiscono mai
Eh già, proprio così, gli esami non finiscono mai. E non mi sto riferendo alle prove che la vita ci costringe ad affrontare periodicamente, no, parlo proprio... Leggere il seguito
Da Lafirmacangiante
CULTURA, LIBRI -
Gerard Hanberry – The Wilde Poems. Poesie per Wilde. Tradotte da Francesca Diano
Gerard Hanberry 2015 QUELLO SGUARDO DI SGHEMBO SULLE COSE DEL MONDO A volte basta una frase, una soltanto, ed ecco la rivelazione. Tutto è improvvisamente... Leggere il seguito
Da Emilia48
CULTURA, EDITORIA E STAMPA -
Teatro Olimpico stagione 2015/2016
C’è davvero tutto il mondo dello spettacolo dal vivo nella stagione 2015-2016 del Teatro Olimpico, storico palcoscenico romano che anche nel nuovo cartellone... Leggere il seguito
Da Giovanni Pirri
CULTURA, MUSICA