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Perché Noemi deve vincere il Festival

Creato il 18 febbraio 2010 da Parolecomplicate

Rimando a Luzzato Fegiz e agli altri per le questioni artistiche: io odio l’arte. Riassumerei, comunque: ha la canzone più bella, è un talento straordinario. Detto ciò, c’è dell’altro. Noemi deve vincere il festival per una questione di equilibrio, come risarcimento danni per la storia dell’altra Noemi. Per il fatto che quando ne parlo alle cene, chi considera Repubblica un giornale non pornografico mi chiede: “ma chi, quella di berlusconi?”. Noemi deve vincere il festival per quel dread che spunta dall’acconciatura sanremese. Quel dread che brilla capriccioso, quando le sfiora la spalla destra. Noemi deve vincere perché fa venire i brividi, quando gratta come Loredana Berté, senza quella fastidiosa prosopopea da disperazione esistenziale. Noemi deve vincere il festival perché è il contrario di quello che ci si aspetta dalla concorrente di un reality: parte dal punto più semplice, lo si vede da come si muove. Da come non guarda mai fisso in camera, cosa affatto naturale che insegnano alle scuole per tronisti e politici (sono le stesse). Naturale è guardare gli occhi chi ti parla, o quello a cui stai parlando. Come fa lei, appunto. Noemi è la Pirlo della canzone italiana. Emozionante, lineare, talentuosa, trasparente, meravigliosamente borghese. Benestante, senza vergogna. Pura e imperfetta nel suo amore per le cose. Noemi deve vincere il festival perché ti fa sentire meno solo, con quel passo impacciato tra i brillantini caduti sul palco. Con quegli occhi che si muovono un po’ a caso a schivare le luci troppo forti dei riflettori. Noemi deve vincere perché è vera. E perché, come spesso capita alle persone vere, dice cose buone e giuste.


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