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Perché non serve la SIAE

Creato il 29 agosto 2014 da Beltane64 @IrmaPanovaMaino

È del tutto inutile depositare gli inediti presso la SIAE.

SIAEGli autori esordienti, spesso, si pongono la domanda su come fare a cautelare i propri manoscritti da eventuali plagi, timorosi come sono di vedersi scopiazzare la loro opera. Partendo dal presupposto che difficilmente qualcuno vorrebbe plagiare il testo di un esordiente, nel caso in cui l’opera fosse veramente valida (e potremmo gridare al miracolo, perché dovrebbe essere perfetta e quella di un esordiente non lo è mai), assolutamente impeccabile e talmente originale da fare venire l’acquolina in bocca a qualcuno, non vi è nulla che l’autore possa fare se non assoldare uno squadrone di avvocati per rivendicarne la paternità, dimostrando, senza ombra di dubbio, che il testo originale è il suo, che è stato scritto prima del copiatore malandrino e che vi sono state circostanze che possono aver portato il marrano a entrato in contatto con il manoscritto in questione. Tutte cose che, in fase di giudizio, non sarebbero così facilmente dimostrabili. Tuttavia, se proprio volete dormire sonni tranquilli, i casi da poter prendere in considerazione sono tre (ve ne sono altri, ma questi sono i più comuni):

1 – Il classico deposito presso la SIAE dell’inedito

2 – L’altrettanto classico deposito presso un notaio

3 – L’invio dell’inedito, a mezzo raccomandata, a se stessi

I primi due casi sono inutilmente onerosi e servono a poco e ve ne spiego subito la ragione.
Un deposito alla SIAE non serve a nulla e vi riporto quanto è ufficialmente scritto nel loro sito (l’articolo completo è visionabile QUI)

“Il deposito non dà alcun diritto per acquisire la qualità di associato alla SIAE o per la tutela dell’opera da parte della Società, che non ha alcun compito di lettura, giudizio o collocamento del lavoro depositato, né alcuna responsabilità per eventuali plagi o utilizzazioni illecite“.

Dunque, dopo aver pagato 132 euro (65 nel caso di un associato che, però, annualmente ne paga altre 152 per restare tale), l’autore non ha alcuna effettiva tutela e lo si evince dalla frase: “alcuna responsabilità per eventuali plagi o utilizzazioni illecite”.

In quanto al deposito presso il notaio, in caso di plagio varrà sempre e comunque il discorso di doversi avvalere di un legale, poiché il notaio non è preposto a rappresentarvi in fase di contenzioso. Dunque, oltre alla cifra richiesta per un atto depositato, si sommerà anche la consulenza di un avvocato che possa essere oltretutto esperto nel settore dei diritti d’autore letterari. Non prendetene uno a caso perché non sarebbe utile e spendereste dei soldi inutilmente. In sostanza, preparatevi a poter disporre di un budget che potrebbe superare i tre zeri.

Questo vuole anche dire che, se vi venisse in mente di spedirvi una raccomandata, spendereste meno e vi tutelereste in egual misura. Ricordate che, a differenza della sezione musicale (in cui il plagio ha delle regole ben precise e, quindi, più facilmente dimostrabile), nel campo letterario non sono ancora stati stabiliti dei parametri effettivi con cui comprovare il plagio. In poche parole, basta prendere un testo, cambiare titolo, i nomi dei protagonisti, la location e qualche particolare qua e là e non si può più parlare di copiatura.

In ultimo, fatevi un esame di coscienza: siete davvero sicuri di aver scritto un romanzo con lo stesso stile elegante e forbito di Eco? Oppure di aver intessuto una trama che possa rivaleggiare con quelle proposte da Ludlum? O ancora dei versi poetici che anche Omero potrebbe invidiarvi? Perché se così fosse, non solo sareste i prossimi candidati al premio Pulitzer e Nobel, ma avreste sicuramente scritto l’opera del secolo. Diversamente, state tranquilli: difficilmente qualcuno vorrà copiare proprio la vostra opera, men che meno gli editori a cui potreste mandarla, i quali, nel caso fossero interessati, avrebbero più interesse a blindarvi con un contratto ventennale, piuttosto che incappare in un caso giudiziario. Considerate questo, tenendo conto dei tempi con cui la giustizia italiana tende a risolvere i contenziosi, una causa sarebbe onerosa e rappresenterebbe un inutile spreco di tempo per tutti.

Tenetevi i soldi in tasca e usateli, piuttosto, per un ottimo editing e per promuoverla, una volta che sarà pubblicata.


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