Questo post mi è suggerito dalla canzone Essere donna oggi, di Elio e le Storie Tese e da un discorso molto saggio di un mio amico proprio riguardo l’argomento che tratterò.
Tu, cinque giorni di tristezza e poi corri incontro alla vita.
Tu, – io ? – col tuo paracadute, ti getti in volo e vai – azzo vuoi ? -: atterri nel giardino di casa, poi ti muovi sicura e fresca come in un mattino di primavera.Nella tua cameretta c’e’ un signore che aziona la pressa suoi tuoi piccoli amici di ovatta che invocano aiuto, ma lui te li ruba e va via. Tu piangi e insegui i tuoi morbidi teneri, fradici tappi per la figa pelosa.
E da oggi, i tuoi tappi per la figa pelosa li trovi anche nella confezione magnum da ottanta pezzi; i suoi bei sigaroni morbidoni.
Ma vorrei farti una domanda: ti sei accorta che io sono un ometto ? E vorrei fartene un’altra: hai le mestruazioni ?
Shh. Dormi ora. È tutto finito.
Protagonista del tuo tempo, protagonista della tua sessualita’.
Essere donna oggi, vivere il prodigio del tuo ciclo mensile ostentando sicumera.
Essere donna oggi, aspirare al ruolo che la storia ti deve: quello di simpatica, paciosa, imprevedibile nocchiero di un prelievo proiettato verso il mare del duemila al grido di “Cazzo, subito”.
Essere donna oggi, non piu’ cagafigli, bensi’ dolce e caparbia cagatrice dei tuoi figli. Come Loretta Goggi nella Freccia Nera, o in Maledetta Primavera mente autonoma.
Donna, roccaforte quando il flusso e’ piu’ copioso, sbarazzina quando e’ il caso o marangona di un clitoride mai domo, al grido di “Hah ggh aaaa ssi’iii”.Ma vorrei farti una domanda: ti sei accorta che io sono un ometto ? E vorrei fartene un’altra: hai le mestruazioni ?
Protagonista del tuo tempo, protagonista della tua sessualita’.
Protagonista del tuo tempo, protagonista della tua sessualita’.
Piccole donne, grandi labbra; piccolo uomo grandi labbra apprezzera’.
Probabilmente non mi accoppio, ma le tue trombe di Falloppio suonero’.
Protagonista del tuo würstel di cotone.
Cosa mi fa venire in mente questa canzone? Mi fa venire in mente quanto gli assorbenti, interni esterni, alette, cazzi e mazzi, siano entrati nell’immaginario collettivo. Le TV sono piene zeppe di pubblicità nelle quali giovani donne si vergognano “o mioddio sta sbrodolando tutto, come faccio?” ma arriva qualche tardona esperta o magari un ippopotamo a consegnare i tappi (come li chiamerebbe Elio) che la salveranno dall’onta pubblica. “Niente paura, c’è…” e di lì un prodotto con un nome tanto ridicolo quanto inequivocabile: vaginstop, assorbix, asciuttaz (li sto inventando… ma più o meno…)
Io trovo tutto ciò molto volgare. Non per l’argomento in sé (non esistono argomenti volgari), ma per il modo di trattarli. Perché in TV non ci sono pubblicità tipo “problemi di erezione? Usa raddrizzapen” oppure “ti puzza l’uccello? Spalmati sformaggiz e sarai più pulito di un circonciso“? Credo che mettere in pubblica piazza l’intimità di una donna, e tenere ben celata quella maschile sia un ennesimo sintomo del maschilismo della nostra società.
Assuefatti a tutto ciò ormai non ce ne rendiamo manco conto. Non parliamo poi delle pubblicità sulle piccole perdite urinarie… eddai! Se un prodotto del genere fosse proposto in una maniera simile ad un uomo, si scatenerebbe una rivolta contro lo spot, che verrebbe censurato, e comunque l’idea sarebbe assolutamente fallimentare.
Ma quando si tratta di donne, non è un problema sbattere tutto sulla pubblica piazza.
Anche la canzone di Elio presenta questi intollerabili sintomi. Ora, non riesco a capire se lo scopo della canzone sia far ridere attraverso queste parole o sia una presa in giro di questo mal costume pubblicitario (ma così facendo, mi pare che finisca per passare la barricata e finire per usare gli stessi loro mezzi). Non sono in grado di valutare bene la canzone di Elio, ma non la trovo divertentissima (altre sue canzoni invece mi piacciono molto).
Lasciamo ora da parte la canzone di Elio e diamo giustificazione al titolo del post. Voi ricordate cosa era till flai?
Till flai era un assorbate ascellare pubblicizzato in Italia verso la fine degli anni ’80. Il prodotto era rivolto sia a uomini che a donne, ma il taglio della presentazione era decisamente ispirato a quello degli assorbenti esterni femminili. Ovviamente il prodotto non ha avuto successo, se non nelle espressioni, tanto che per un breve periodo andò di moda la frase “ma perché non usi till flai?” per sfottere chi stava sudando.
P.S.
Questo post, come già detto all’inizio, riporta pensieri in buona parte ispirati da un mio amico e che ho messo piano piano a fuoco. Inoltre vale anche come giustificazione a Batman sul perché non mi piace la canzone “essere donna oggi”.