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Il Ringraziamento, altrimenti noto come Thanksgiving day, è la festa americana per eccellenza e, grazie anche a decenni di film e telefilm made in Usa, si è ormai impresso nel nostro immaginario come quella occasione in cui migliaia di persone viaggiano per il paese per tornare dai propri cari e gustare il tacchino, elevando un pensiero di gratitudine. Niente di sbagliato, ma perché questa festa, che cade oggi – nel quarto giovedì di novembre come da tradizione -, è così fondante per i cittadini statunitensi? Le origini riportano ai primi tempi della colonizzazione, nel 17esimo secolo, quando i pellegrini si trovarono ad affrontare le più autentiche sfide per la sopravvivenza. Un’impresa resa possibile dal contributo della popolazione degli indigeni Wampanoag, che aiutarono gli immigrati europei non solo ad adattarsi e a stabilizzarsi ma anche a sopravvivere, insegnando loro per esempio le tecniche di coltivazione dei cereali. Ecco perché, già nel 1621, si tenne, nell’attuale Massachusetts, all’epoca nota come Plymouth Colony, una prima festa di Ringraziamento in cui i Wampanoag e i pellegrini si unirono per festeggiare gli abbondanti raccolti, e condividere un comune senso di gratitudine. Ancora oggi la festività serve per ricordare i valori fondanti del paese, per rendere omaggio a chi ha servito per la nazione. Non a caso è una festa federale, stabilita nel 1863 in piena Guerra civile, e come tale è la festa di tutti, a prescindere da qualsiasi fattore a carattere religioso, etnico o ideologico. Non si può neanche negare che oggi sia proprio l’abitudine di mangiare il tacchino, che pure non era il solo e centrale pasto a tavola nemmeno alle origini, a suscitare dibattito e a spingere molti a opporsi; tra le tradizioni c’è appunto quella che vuole il presidente concedere il cosiddetto Turkey Pardon e graziare un animale nel giorno di festa. The post Perché oggi gli Usa festeggiano il Ringraziamento appeared first on Wired.