Perché poche donne tra gli atei? Troppa aggressività e molestie

Creato il 10 agosto 2013 da Uccronline

Le contraddizioni delle comunità aggressivamente laiciste sono infinite. Dopo aver accusato la Chiesa e il cattolicesimo di misoginia, ad un certo punto si sono accorte che quasi non esistono donne atee, mentre ci sono più donne cattoliche che uomini. Ma non erano discriminate?

La problematica è emersa in questi giorni su “Salon.com, dove ci si è chiesto: «Dove sono le donne nel “nuovo ateismo”?». I sacerdoti dell’ateismo, si scrive, sono tutti uomini bianchi arrabbiati. Dove sono le donne? Si è fatto notare che i pensatori atei degli ultimi secoli hanno dato giudizi discriminatori contro le donne, spiegando la loro forte adesione alla fede a causa della loro stupidità e predisposizione a credere alla favole. Oggi probabilmente si pensa la stessa cosa nelle congregazioni laiciste, anche se non viene pubblicamente esplicitato.

In un secondo articolo, sempre su “Salon”, viene ipotizzato il motivo della scarsità di donne atee militanti con il fatto che «il sessismo è reale e ha un effetto sulla partecipazione delle donne e la leadership all’interno della comunità atea. Scherzi di stupro e molestie sessuali». Non a caso nel 2012 l’“American Atheists” ha dovuto creare una politica di autoregolamentazione per i loro convegni e conferenze a causa dell’aumento esponenzialmente di denunce da parte di donne a causa di molestie sessuali durante le conferenze dell’associazione (toccate sotto i tavoli, minacciate di stupro, furtivamente fotografate per voyeurismo pornografico ecc.). Lo stesso Richard Dawkins, leader del movimento ateo nel mondo, è stato inserito nella classifica dei peggiori misogini del 2011 per aver insultato una donna che aveva reso pubblico di essere stata molestata durante un convegno di atei, invitandola a restare zitta. Per questi e altri motivi Rebecca Watson nel settembre scorso ha affermato: «Come donna non mi sento al sicuro nella comunità atea».

Un altro motivo, oltre al sessismo e la misoginia diffusa, è l’eccessiva aggressività da parte dei sostenitori dell’incredulità. Lo ha spiegato la femminista Sarah McKenzie: il laicismo moderno è intimidatorio e aggressivo. Una donna, dice la McKenzie, «che osa essere aggressiva è spesso etichettata come arpia isterica. Non è degna di essere ascoltata e impossibile da prendere sul serio. Non mi stupisco che alle donne appaia riluttante dichiararsi atee militanti. Forse c’è spazio per un tipo di ateismo che non sia anti-religioso, ma guardi al problema di come vivere, di come trovare significato e come porre fine alla sofferenza»».

La redazione


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