Alcuni anni fa, su questo blog apparve una riflessione intitolata “Perché Rosy Bindi è inadatta a fare il ministro”. Il post – che in rete non trovo più – aveva ragione da vendere e fu pubblicato anche sul blog di Ivan Scalfarotto. Oggi, a distanza di tempo, si rende necessario una nuova critica su Rosy Bindi. Ieri, la navigata donna politica proveniente dalla Sinistra Democristiana, ha aperto a Fini e al Fli per un’ampia alleanza democratica. La dichiarazione esatta è stata: “Se si vota, proporremo un’alleanza per la democrazia, in difesa della Costituzione, anche con Fli”. Questa proposta politica, proveniente dal presidente del PD, ha subito suscitato le ire di quattro quinti del PD, da D’Alema a Ignazio Marino passando per molti altri dirigenti. Tutti, senza eccezione alcuna, hanno detto in sostanza: “Manco per sogno” al progetto Bindi. A quel punto, la Bindi, ha dovuto emettere una ulteriore dichiarazione, che ha tutto il sapore del “tacòn peggiore del buso”. Questa ha dichiarato: “Non ho pensato ad ammucchiate, ma solo che se ci sarà un attacco alla Costituzione e Berlusconi ci porta alle elezioni nel nome del cambiamento della Carta, chiederemo a tutti di difenderla come per il referendum del 2006. Ma chi si è inalberato si dia una calmata, sono una antifascista vera”.
Cara presidente del partito democratico, delle due l’una: o i finiani sono riconosciuti come intelocutori politici democratici e quindi antifascisti, oppure no. Se lei apre per un’alleanza democratica con loro, è implicito che di loro lei si fida, dal punto di vista della tenuta democratica. Giustificare la sua apertura ai finiani dicendo “chi si è inalberato si dia una calmata, sono una antifascista vera” significa che, sotto sotto, lei pensa ai finiani come ancora fascisti. In tutti e due i casi – che i finiani siano fascisti o che non lo siano – la carriera politica di Rosy Bindi dovrebbe essere conclusa con queste due ridicole dichiarazioni controproducenti.