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Se pensavamo che solo il servizio del TG1 fosse un siparietto offensivo nei cofnronti della dignità femminile ci sbagliavamo di grosso. Non è bastata la segnalazione alla Direttora Generale che Sanremo ci presenta un siparietto davvero svilente. La Mrazova si ammala e gli autori non ci pensano due volte a rimpiazzare la valletta straniera trattata come un’oca con altre due “grechine” (come dice la Zanardo) che ci presentano dei siparietti veramente umilianti, poichè anche loro malgrado conoscano bene l’italiano sono state delegate ugualmente a fare la parte dell’oca giuliva, presente solo per eccitare e rassicurare un pubblico di uomini deboli, talmente deboli che hanno bisogno della presenza di una donna oca e asservita ai loro bisogni o alla loro ilarità per sentirsi virili, magari gli stessi che ci stuprano all’uscita della discoteca o massacrano la propria moglie.
Forse probabilmente è la Rai a pensare che il pubblico maschile voglia circondarsi di donne di questa modalità, dimenticandosi che la storia e la società italiana è piena di donne che hanno meriti ma che in realtà guadagnano la metà (o ancora meno) delle varie Belen&Canalis perchè non hanno un paio di belle tette da mettere in mostra o perchè hanno preferito studiare e non essere solo un corpo da mostrare.
Quelli che hanno bisogno di circondarsi da donne che sono disposte a scendere a compromessi e fare la figura dell’oca per sentirsi forti non sono nemmeno degni di essere definiti uomini.
Tornando a noi, durante la seconda serata torna Ivana che le viene affidato il compito, come da copione, di ripetere frasi allusive e umilianti senza comprenderne il significato. Anche a lei tocca fare la figura dell’oca e per giunta sullo stile “Eva contro Eva” per rafforzare la solidarietà maschile ed indebolire le donne, trattamento riservato anche a Rodriguez e Canalis non per pura coincidenza ma in quanto donna. E’ capitato che è stato addirittura chiesto di ripetere dall’ auricolare “io ho le tette più grandi di Belen” facendo come da copione la figura dell’oca o della bambolina che si trova sul palco grazie alla misura del suo seno. Insomma una bambolina telecomandata e ridicolizzata!
L’Onu si è appellata diverse volte per chiedere all’Italia di contrastare l’immagine stereotipata e maschilista delle donne sui media, spesso causa del ritardo italiano per quanto riguarda la posizione della donna nella società, perchè sappiamo tutti che se veniamo raprpesentate come oche senza cervello difficilmente potremmo avere credibilità davanti ad un datore di lavoro o una persona che si trova nella posizione di doverci assumere al lavoro, votarci in politica e via dicendo…
Quello che spaventa è la crescita potenziale di molestie sessuali, stupri efferati (anche di gruppo), violenze fisiche e psicologiche, quanto la giustificazione e l’accettazione dell’opinione pubblica di fronte a simili episodi. Forse sicuramente perchè la televisione, assieme alla pubblicità e altre forme di comunicazione, hanno preparato il terreno ad una “cultura violenta”. Ne abbiamo parecchie immagini femminili rappresentate come bestie, disumanizzate, oggettivizzate. Perchè l’oggettivazione delle donne è una forma di disumanizzazione che predispone tutte noi alla violenza, rendendoci più vulnerabili ad essa, poichè quando la donna è disumanizzata e resa simile ad un oggetto, la violenza su di essa è considerata accettabile.
Per quasto motivo che nel 2011 abbiamo registrato 127 femminicidi, tutto il resto (botte, umiliazioni,discriminazioni, stupri) cade nel sommerso.
Pubblico il post oggi anche se mancano ancora due serate perchè non le guarderò.
Mary