Il celebre biologo e genetista di fama internazionale Richard Lewontin, luminare dell’Università di Harvard e ritenuto uno dei più grandi evoluzionisti viventi avendo avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo delle basi matematiche della teoria evolutiva, ama definire “post panglossiana” la tribù neo-darwinista. Secondo il celebre genetista, il neo-darwinismo è «un tipo di darwinismo volgare, caratteristico di fine Ottocento e riportato in auge negli ultimi dieci anni». E ancora: «la selezione naturale non è una nozione mistica, come tendono invece a definirla i neodarwinisti. Ci sono ormai troppe risposte che vanno sotto il nome di “selezione”, ma che non rispondono alle grandi domande. Sono risposte vuote. I cultori dell’evoluzionismo come Dennett e Dawkins hanno fatto dell’evoluzione una nozione astratta».
Tuttavia, secondo gli adepti dell’ideologia neo-darwinista, il genetista Lewontin, avendo osato criticare la selezione naturale e la chiesa neodarwinista in questo modo, sarebbe ovviamente un “creazionista“. La stessa assurda tattica dialettica è stata recentemente utilizzata contro l’articolista del post intitolato “L’Australopithecus sediba contro Darwin, il neo-darwinismo e il gradualismo”, apparso su questo sito qualche giorno fa. Il responsabile di questa discriminazione si chiama Stefano Della Casa, sconosciuto giornalista scientifico, appassionato di tecnologia, cinefilo e frequentatore assiduo dei Darwin’s Day in tutt’Italia, vere e proprie giornate di culto del noto naturalista. Nel nostro articolo si mostrava scetticismo verso una parte dell’evoluzione ma assicurando contemporaneamente che essa non può essere messa in discussione. Precisazione d’obbligo, si vede scritto, proprio «per non illudere troppo il movimento creazionista». Della Casa, dopo averci citato, ha comunque pensato bene di commentare: «Ovviamente siamo di fronte alla forma più recente di Creazionismo, quella che cioè a volte aborrisce il termine stesso preferendo definirsi antievoluzionismo». Secondo il militante, osando avanzare delle critiche all’appartato evoluzionista, noi saremmo dunque dei creazionisti che aborriscono di essere creazionisti. Veniamo titolati come tali circa 8 volte, a tale martellamento ossessivo arriva l’opera di convincimento che il devoto di Darwin vuole imprimere nei suoi lettori.
Bastano poche righe comunque perché il Della Casa si contraddica e passi a considerarci come evoluzionisti, anche se di serie B. Dichiara infatti chiudendo l’articolo: «Come sempre si deve porre l’accento sul fatto che esistono diversi tipi di evoluzionismo, in particolare due: quello “ortodosso” e quell’altro là, qualunque esso sia». Il neo-darwinista e i suoi amici farebbero parte ovviamente dell’evoluzionismo ortodosso. Il biologo Enzo Pennetta, anche lui divertito da questa isterica reazione neodarwinista, ha però fatto notare sul suo sito web che nei dizionari, la parola “ortodossia” sta per: “rigorosa fedeltà ai principi di una religione, di un’ideologia, di una dottrina, di una politica“. Nel suo articolo inoltre ha risposto ottimamente a tutte le altre questioni sollevate dal giornalista, dunque evitiamo di farlo anche noi e rimandiamo al suo portale. Recentemente è dovuto intervenire ancora una volta contro questa forma di discriminazione, altre volte ha invece risposto a veri e propri attacchi personali.
Orgogliosi di non fare parte della “religione, ideologia e dottrina dell’evoluzionismo ortodosso”, così come dice Della Casa, sottolineiamo che i neo-darwinisti sono costretti per forza a tacciare di “creazionismo” anche l’evoluzionista non credente Massimo Piattelli Palmarini, dato che dichiara: «La selezione naturale è molto marginale nello spiegare i meccanismi dell’evoluzione. Il neo-darwinismo è morto e non resuscitabile». Allo stesso modo è sicuramente un “creazionista” anche il biologo darwinista Francisco Ayala, poiché sostiene: «noi scienziati parliamo di Darwin, non di darwinismo o neodarwinismo. Queste ideologie sono fuori della scienza». E lo è anche l’evoluzionista Jerry Fodor poiché afferma: «la letteratura neodarwinista è del tutto priva di senso critico». I neo-darwinisti tacciano di creazionismo anche Eugene Koonin, autorità internazionale sull’evoluzione, il quale ha dichiarato: «la visione fortemente dogmatica del darwinismo è caratteristica della sintesi moderna operata dalla biologia dell’evoluzione. Non è che la selezione naturale sia “sbagliata”, anzi, è una grande scoperta. Semplicemente non racconta tutta la storia che sta dietro l’evoluzione della vita». Infine, l’etichetta “creazionista” pioverebbe anche sul filosofo Giulio Giorello dato che apprezza il volume “Gli errori di Darwin“ (Feltrinelli 2010) dicendo: «Darwin ha spiegato due cose: l’evoluzione delle specie, la parte del darwinismo che il libro riconosce funzionante, e il meccanismo adattazionista, che invece mette in discussione. E secondo me in modo efficace. C’è una certa ideologia neodarwiniana, questo è vero».