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Perché sono le donne a occuparsi dei figli?

Da Leragazze
Perché sono le donne a occuparsi dei figli?

Henry Moore: Family group

All’epoca delle caverne le donne avevano l’importante compito di occuparsi dei figli poiché gli uomini dovevano andarsene in giro a procacciare il cibo per tutti.

Ma ora che hanno smesso di rimanersene nella caverna in attesa del ritorno dei cacciatori e lavorano come e quanto loro, perché continuano a essere loro a occuparsi precipuamente dei figli?

La risposta è: Perché alle donne piace. Sì, avete letto bene, piace da morire… di fatica, costrette come sono a dividere il proprio tempo tra l’accudimento dei bambini e il lavoro fuori casa. Ci piace, dunque: il danno e la beffa. Io lo farei pure volentieri, pensano i nostri uomini, semplicemente non voglio privarti di questa goduria.

Tutto questo ce lo dice la Scienza, nella fattispecie uno studio realizzato nell’università della Virginia. I ricercatori hanno chiesto a 181 professori di college eterosessuali che avessero figli di 2 anni o meno di esprimere in una scala da 1 a 5 il piacere che provavano ad adempiere a una serie di compiti legati alla cura della prole.

Per 16 delle 25 incombenze prese in esame, tra cui cambiare i pannolini, portare il figlio dal pediatra o alzarsi nel cuore della notte per occuparsene, le donne riportarono livelli significativamente più elevati di piacere. Complessivamente, i loro punteggi erano del 10% più alti di quelli degli uomini.

Di fronte a questi risultati le domande che sorgono sono diverse. Provano più piacere degli uomini o dispiace loro di meno? Può essere che hanno risposto in quel modo perché condizionate da pressioni culturali o sensi di colpa? E soprattutto, è sufficiente un campione di 181 persone per trarre qualsivoglia conclusione?

Secondo l’autore della ricerca i comportamenti di cura dei figli hanno delle radici biologiche: le donne con livelli elevati di testosterone, per esempio, spesso si mostrano meno interessate ai bambini, mentre è noto che i livelli di testosterone  dei neo padri diminuiscono all’arrivo del figlio per incoraggiare la formazione del legame con lui.

Gli istituti a cui appartenevano gli intervistati nello studio citato prevedevano dei congedi pagati alla nascita dei figli: ne avevano goduto il 69% delle donne e solo il 12% degli uomini. In Svezia, dove i congedi di questo tipo sono particolarmente generosi, gli uomini usano circa il 20% dei 480 giorni a disposizione, mentre le donne li utilizzano quasi tutti.

Secondo un sociologo, dal 1985 a oggi gli uomini hanno più che raddoppiato il tempo che passano coi figli, ma nonostante questo le donne continuano a stare coi bambini il doppio del tempo dei coniugi. Osservando più nel dettaglio lo studio citato, emerge che le due attività che davano più piacere agli uomini erano giocare e parlare coi figli, ma quando è stato chiesto loro quanto spesso lo facessero i loro punteggi erano più bassi rispettivamente del 10% e del 40% di quelli delle donne.

Ricordo una vecchia striscia di Doonesbury. La coppia è a letto. Lei stenta ad addormentarsi.

LEI: – Rick, com’è che per nostro figlio Jeff io mi sento colpa e tu no?

LUI: – Perché io con mio figlio passo più tempo di mio padre, tu meno di tua madre. Così io mi sento orgoglioso. Tu ti senti in colpa. Semplice no? Dormi piccina…



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