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Perché una doccia gelata?

Creato il 25 agosto 2014 da Db @dariobonacina

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Perché proprio una doccia gelata e non un gimme five, un tuffo in acqua, una capovolta sul prato, un selfie mentre fate la V con le dita, o qualunque altro gesto?

L’Ice Bucket Challenge non è una novità di questi giorni ed è già stata utilizzata in passato per trasmettere messaggi di solidarietà e sensibikizzazione. La recente idea dell’ALS Ice Bucket Challenge è partita negli USA da Chris Kennedy, un giocatore di golf. Kennedy ha nominato Pat Quinn, un amico malato di SLA, e il passaparola è arrivato fino a Pete Frates, giocatore di baseball colpito dalla stessa malattia. Da lì la campagna – diventata poi virale – ha iniziato il suo giro del mondo per sensibilizzare tutti sugli effetti della malattia e sulla necessità di donazioni per la ricerca medica. La secchiata d’acqua gelida provoca istantaneamente irrigidimento nei muscoli, mentre la mente resta vigile. Chi si fa investire da questa doccia prova per un istante una sensazione con cui un malato di SLA è costretto a convivere.

Il gesto è ovviamente simbolico, gli elementi più importanti dell’iniziativa sono l’informazione, una maggiore sensibilità nei confronti della SLA e – soprattutto – la donazione di fondi per la ricerca. Ognuno può fare ciò che ritiene opportuno. Chi vi partecipa con coscienza contribuisce a rendere efficace la campagna. Chi lo fa per approfittare di una vetrina e mettersi in mostra è un poveretto che non merita alcuna attenzione.

Per le vostre donazioni:
ALS Association
AISLA



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