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Percorso ad ostacoli...

Creato il 20 novembre 2012 da Italianoabangkok @BeingAndrea
  • ..uno ne superi e un altro ne incontri. Ma alla fine il successo è assicurato.

    Per quanto vivendo a Bangkok mi sia abituato a vedere contrasti un po’ ovunque, un esempio di anacronismo piuttosto marcato che ancora mi stupisce è quello in cui mi imbatto ogni volta che vado a prendere l’autobus a Mo Chit!

    Percorso ad ostacoli...

    Sportelli delle diverse compagnie di bus diretti a nord

    Nonostante questo importante terminal degli autobus sia per me oramai piuttosto familiare, ogni volta che ne varco l’ingresso resto affascinato da come, in piena metropoli futuristica, ci sia qualcosa ancora fermo al ventennio passato. Da qui partono tutti gli autobus che dalla capitale tailandese vanno verso nord (Chiang Mai e Chiang Rai tanto per capirci) e verso nordest (nell’Isaan, verso il Laos e la Cambogia).

    Un paio di mesi fa Michela (travelblogger che sa davvero come comunicare se stessa) ha lasciato un commento tutt’altro che banale a proposito del viaggiare low cost: “ma come si fa a viaggiare nell’entroterra da soli? Bisogna conoscere gli autoctoni!”. La risposta immediata è stata “no ma…” e mi ero ripromesso di dire qualcosa in più!

    Destinazione finale Sakon Nakhon, o meglio Baan Paa Kaaw, il villaggio fatto da 20 case sperdute da qualche parte nella campagna che sconfina nel Laos, dove vado ogni anno a raccogliere il riso. Viaggiare low cost in questo caso significa viaggiare in autobus: oltre a risparmiare rispetto all’aereo, si ha anche la possibilità di fare più tappe, vedere più posti e conoscere qualcuno. Ed essendo diretto a nordest non potevo non passare per Mo Chit.

    Primo ostacolo: il nome del terminal, Mo Chit.

    Percorso ad ostacoli...

    Mappa dello Skytrain

    Il fatto che il capolinea dello Skytrain in prossimità del Weekend Market e del capolinea degli Autobus diretti a Nord siano omonimi farebbe pensare che siano anche fisicamente vicini. Invece no! I 2 capolinea non si trovano ad una distanza raggiungibile a piedi, soprattutto se si viaggia con un minimo di bagaglio! La cosa più conveniente è utilizzare la BTS-Skytrain fino al capolinea Mo Chit sulla Sukhunvit Line e seguire le indicazioni per l’USCITA N°3, scendere le scale e prendere un taxi per “satanii rot tur Mo Chit” (che significa appunto fermata degli autobus di Mo Chit, se siete fortunati trovate il tassista che vi capisce in inglese). In alternativa si può arrivare nella stessa zona usando la metropolitana MRT fino a Chatuchak. Da qui con 40 baht circa e 10 minuti di auto si risparmia la fatica di capire come raggiungere un terminal dall’altro.

    Una volta arrivato al Bus Terminal, mi sono detto che sarebbe stato troppo facile fare una tappa unica per un posto che già conoscevo utilizzando una compagnia dei bus che già avevo preso. Così, tanto per complicarmi la vita, ho deciso che sarei andato a vedere il parco archeologico con i resti di dinosauri che si trova nella provincia di Kalasin prima di dedicarmi alla mietitura.

    Secondo ostacolo: capire a chi e come rivolgersi! All’ingresso principale del terminal c’è un bel banco informazioni dove 1 o 2 gentili signorine dovrebbero poterci indicare a quale sportello rivolcerci per acquistare il biglietto. Le signorine però NON parlano inglese e, le poche parole che sanno, sono spesso frasi prefatte dalle quali non escono. Lo stesso problema si ripropone una volta arrivati allo sportello della compagnia degli autobus che ci porterà a destinazione. Molto utile il sito sawadee.com da cui attingere quantomeno gli orari. La cosa positiva è che siamo in Thailandia e non sarà difficile imbattersi in qualcuno pronto a farsi in 4 per aiutarci.

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    Bagaglio e biglietto

    Terzo ostacolo: il nome della nostra destinazione! In pratica non ci sono bus per ogni singola cittadina o villaggio. Gli autobus fanno capo alle “province” e, in alcuni casi, consentono ai passeggeri di fermarsi lungo la strada. Kalasin è il nome della provincia ma in realtà il museo dei dinosauri che volevo visitare si trova nel villaggio di Amphoe Sahatsakhan a circa 30 km da Changwat Kalasin, città più importante della provincia! E non si trova prima (per cui sarei potuto scendere lungo il tragitto) ma dopo! Spiegato dove fossi diretto mi sono ritrovato con un biglietto in mano tutto in tailandese: unica cosa chiara orario di “imbarco e piattaforma”.

    Quarto e quinto ostacolo: luogo e orario di arrivo! Può capitare di arrivare a “destinazione” nel cuore della notte…nel bel mezzo del niente. Le zone rurali della Thailandia, quelle non turistiche, spesso non hanno hotel con reception aperte 24 ore per cui arrivare in piena notte significa aspettare l’alba prima di avere un posto dove dormire. Qui spesso il livello d’inglese è praticamente nullo e quindi la comunicazione estremamente difficile. Nel mio caso, pur essendo arrivato già all’alba, l’ostacolo è stato ritrovarsi in un posto diverso dal previsto - vi anticipo che quel museo non l’ho mai visto e, se decidete di andarci, chiamateli con 24 ore di anticipo per assicurarvi che aprano (043)871-014.

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    Secondo google map: 137 km - 2 ore e 25 minuti; in realtà quasi 7 ore

    A completare il quadro tragicomico ci si mettono le coincidenze e si arriva così al sesto ostacolo. Immaginatevi un piccolo gazebo improvvisato lungo una strada. In uno di questi mi sono ritrovato ad aspettare una delle coincidenze che da un villaggio mi doveva portare in un altro da cui avrei potuto raggiungere la cittadina da cui poter prendere l’autobus per raggiungere Sakon Nakhon -dove grazie ad un altro mezzo di fortuna arrivare al villaggio dove mi stavano aspettando per mietere il riso: solo a raccontarlo così già mi sento stanco. Nessun cartello che indichi un orario approssimativo di passaggio del bus. Nessun “ufficio informazioni”. Se tutto va bene un chiosco dove comprare dell’acqua e chiedere se siamo alla fermata giusta. I tempi di attesa per gli autobus locali sono imprevedibili e, se si arriva troppo tardi, si rischia di non trovare la coincidenza fino al giorno dopo.

    Se poi ci si sofferma sui particolari, gli ostacoli diventano infiniti e per superarli l’unica soluzione è restare a casa ma non credo che questo sia la meta ce ci siamo prefissati.

    Percorso ad ostacoli...

    Compagni di viaggio

    Immagino che questa non sia la risposta che ci si aspetterebbe parlando di ostacoli. Considerando però che gli ostacoli sono quelle cose spaventose che vedi quando togli gli occhi dalla meta (Henry Ford) mi sono convinto ancora di più che non sia indispensabile conoscere qualcuno del posto per spostarsi nell’entroterra della Thailandia: l’imprevisto può essere un buon compagno di viaggio. Basta semplicemente non aspettarsi che tutto fili liscio, che non si abbiano difficoltà e che non si “perda tempo” ad aspettare ore il passaggio di un autobus. Lasciarsi letteralmente trasportare dal corso degli eventi è una cosa che ho imparato vivendo qui. Il museo non l’ho visto ma non per questo non ho scoperto un angolo di Thailandia che valesse la pena di essere visitato.

    Volete sapere dove sono andato a finire? Beh… questa è un’altra storia!

    Nessuno è grato agli ostacoli, eppure lo sviluppo di ciascuno di noi deve molto a loro.
    Mario Vassalle

    Posted 1 hour ago

    Tags: autobus, mo chit, muoversi, spostarsi, thailandia, viaggiare, viaggio, isaan,


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