Magazine Diario personale

Percy Byshe Shelley, "Alla notte"

Da Silvy56

Avvìati svelto sull’onda d’occidente spirito della Notte! fuori dell’antro offuscato d’oriente dove hai intrecciato tutto un lungo giorno di solitudine sogni di gioia e paura che ti rendono terribile e cara –, sia veloce il tuo volo! Avvolgi la tua forma in un grigio manto intessuto di stelle; acceca coi capelli gli occhi al giorno, bacialo fino a stremarlo, poi vaga su città, su terra e mare tutto toccando con la bacchetta oppiata – vieni, a lungo cercata! Quando mi sono alzato e ho visto l’alba ho preso a sospirarti; con la luce più alta, svanita la rugiada, il meriggio che gravava su fiore e albero, e il giorno allo stremo che non si decideva ospite odioso a togliersi di mezzo, ho preso a sospirarti. Morte è venuta, tua sorella, gridando: vuoi forse me? Tuo figlio Sonno, soave occhi velato come un’ape meridiana ha sussurrato: mi anniderò al tuo fianco? vuoi forse me? E io di rimando, no, non te! Morte verrà quando sarai morta, presto, troppo presto – Sonno verrà quando sarai sparita; all’una e all’altro non chiederei la grazia che chiedo a te, amata Notte – sia veloce il tuo volo che si avanza, vieni presto, presto!

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