Barbara, che cosa hai fatto. Che cosa hai fatto a questo cuore, che a te aspettava. Tu che sei amore purissimo, libertà e critica, tu che sei sole e vento, soffio di vita eterna. Barbara, che cosa hai fatto.
Volevo essere un calciatore. Che si aggiusta e si prepara, di bellezza non comune. Volevo esserlo per te, per raccogliere un tuo sguardo. Anche se poi non succede, mi dicevo, Barbara capirà. Perché tu sei amore purissimo, perché sei tutte quelle cose che ho scritto nelle righe prima. Non sei mica una di quelle lì di tuo padre, tu, di quelle che si mettono con i calciatori.
E invece, Barbara, che cos’hai fatto.
Quando ti ho visto la prima volta con quello, ho pensato al solito tritacarne mediatico. Alla macchina del fango. Alla struttura delta. Alla P2. Alla sinistra. Quando ti ci ho rivisto, ho pensato ad uno sbaglio. Ieri durante il derby, però, ho visto i tuoi occhi quando lui ha segnato. Eri felice, scossa. Forse anche un po’ innamorata. Perché? Lui è davvero il peggiore, Barbara. Sia in italiano che in brasiliano sa dire solo 3 frasi, imparate a memoria quando aveva 12 anni: “Devo dire bene“; “Siamo una squadra di grandi campioni“; “Gioco dove mi dice il mister“. Poi a calcio ci sa fare, d’accordo, ma ci mancherebbe pure che no. Ma pensa, Barbara, che vita di noia ti aspetta, con uno così. Che se ti va bene ti parla della nostalgia per il ruolo del libero a pranzo, e del rapporto tra fantasia e povertà in Brasile a cena. Pensa ai tuoi figli, o almeno ai tuoi capelli. Pensa alla tua vecchiaia, quando avrai dimenticato Kant e Nietsche. Quando al mattino gli chiederai come ha dormito, e lui risponderà “Devo dire bene“.
Barbara, questa volta sei ancora in tempo. Tu che sei purezza, amore, situazioni: non aspettare come con l’altro. Molla tutto e vieni a stare da me. Ho un bilocale luminoso, con un divano verde. Mi studierò tutto Kant e Nietsche da capo. Ti difenderò da tutte le macchine del fango del mondo. Non ti esporrò al ridicolo di un gesto del cuore di fronte a 80.000 persone. Conosco almeno 30 frasi diverse da dire alle cene e per te mi comprerò delle scarpe nuove. Ma soprattutto: ti amo, Barbara, e da giovane come difensore centrale non ero affatto male.

