Poche stagioni quanto questa, da quando faccio il blogger, si sono caratterizzate per un surplus di polemiche, faide, attacchi trasversali, dibattiti senza alcuno sbocco costruttivo.
Sarà che arrivando all'estate non ce la si fa proprio più, ma ora come ora sono davvero stanco di un ambiente che vive più sul distruggere che sul costruire. Da settembre '09 a oggi ho visto:
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Tizi con mediocri capacità che si costruiscono una carriera (alla fine mediocre di conseguenza) attraverso il lecchinaggio più bieco;
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Crociati che si scagliano contro chiunque osi criticare uno scrittore/regista/fumettista appartenente a questa o quella cricca (che poi queste cricche sono un po' come i clan, non si pestano troppo i piedi tra loro);
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Per contro, crociati che si sentono in diritto di distruggere tutto e tutti perché fa figo, o perché comunque una stroncatura attira senz'altro più lettori che non un'analisi fatta con moderazione;
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Fanatici che si sentono in dovere di giudicare/consigliare/criticare ogni scelta, anche quelle che meno li interessano personalmente. Scrivi? Butti il tuo tempo. Compri un'IPad? Tanto è un aggeggio inutile, sei solo una fashion victim. Pubblichi ebook? Non ti sai rapportare col prossimo. Pubblichi con un editore tradizionale? Senz'altro hai leccato il culo a qualcuno:
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Bloggers che hanno cambiato opinione su tutto e tutti, che polemizzano tanto per attirare visitatori, che danno dei falliti ai “colleghi” perché magari un po' falliti lo sono proprio loro;
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Quelli che “Facebook fa cagare”; ma anche quelli che “Ma come, non sei su Facebook?”
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Recensori che si fanno andare bene tutto, anche le puttanate più immonde, ma anche recensori che non si fanno andare bene nulla, e che a questo punto mi fanno pensare: ma questi se la godranno mai 'sta cazzo di vita?
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Il declino di quasi tutti i generi letterari che piacciono a me, e di conseguenza le librerie che diventano posti alieni, quasi ostili. (Libri comprati in negozio negli ultimi, uhm, sei mesi? ZERO. Vi basta?)
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Gente che apre la bocca per scoreggiare, ma che vuole avere ragione lo stesso, anche se non sa un cazzo dell'argomento di cui si parla. (E a questo punto dico: sono solo io il coglione che quando non conosce una cosa, se ne sta zitto?)
Sì, a volte sono il primo ad aver partecipato a questo marasma spesso senza senso. Ogni tanto, anzi, spesso, grazie a Dio, vengono fuori discussioni molto calde ma interessanti. Questa è la dimostrazione che si possono avere opinioni opposte, ma se capita l'occasione si può confrontarle con costrutto. Questa, passatemi il vanto, è la fortuna di avere lettori intelligenti.
Ma il resto la Rete trabocca solo di discussioni che, mai come oggi, mi sembrano sterili e fatte tanto per misurare chi ce l'ha più lungo. Forum e blog a tenuta stagna, che funzionano col principio dell'ambiente a tenuta stagna.
Risultato numero uno: spesso e volentieri si perde la bussola. Non si parla più di quel che ci piace, di ciò che ci piacerebbe leggere/vedere, bensì solo di quanto è coglione quello che ha pubblicato un ebook, che ha osato dire che forse no, quella collana di libri che ha appena chiuso non era poi così ben fatta, che magari non è proprio obbligatorio vendere le chiappe (collaborare! Si dice collaborare!) per realizzare qualcosa, etc etc
Oppure ci si perde nello squallore ancora più assoluto: editori che non leggono nemmeno i manoscritti che arrivano in redazione, scrittori in erba che si credono genii poliedrici, antologie che nascono per far favore ad amici e conoscenti, senza alcun nesso logico, case editrici che offrono traduzioni ed editing sempre più scadenti.
È il grande gioco, sempre sarà così ma a luglio, no, proprio non si può reggere. Gente, cercate di vivere un po' più rilassati.
Io per primo, magari.