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Perdizioni tascabili

Da Parolesemplici

Perdizioni tascabiliAppena ho aperto gli occhi sul mondo mi sono detta “Caspita! non so fare un bel niente!”.
E giù mugugni grandi come macigni.
Poi un bel giorno un’amica mi disse “Ma sai che c’è il libro dei mestieri e delle professioni? Non c’è bisogno neppure dell’iscrizione al corso. E’ tutto bell’è spiegato. Basta leggere”.
E così imparai a far di conto e a tenere la contabilità grazie al “Super manuale dei calcoli veloci”.
Poi venne il momento di staccare la spina e la mia psiche rivendicò un sano e divertente relax, fatto di cure ed attenzioni verso la flora domestica.
Ma il problema che avevo all’inizio, si ripresentò improvvisamente turbandomi.
“Accidenti…ci risiamo”.
Memore del prezioso consiglio dell’amica dei tempi passati, cercai nelle più disparate librerie e alla fine trovai quello che faceva al caso mio. “Come avere piante fulgide e rigogliose” mi riportò l’equilibrio perduto. Ed ora le mie piante ringraziano.
Ero così felice della mia condizione, che non mi accorsi del pericolo sino a quando non lo ebbi di fronte.
La maggiore età e l’indipendenza economica mi avevano fatto guadagnare una casa tutta mia, ma a quale prezzo? Non sapevo niente di lavatrici, forno a microonde, spremiagrumi, caldaie a gas, ma ringraziavo i manuali d’uso che le case produttrici allegavano ai prodotti, come una sorta di biglietto augurale annesso alla scatola di cioccolatini.
Il mio precario equilibrio accusò un violento colpo quando si scontrò con uno dei bisogni elementari dell’uomo.
Mangiare.
Tutta la filosofia intrinseca di questa parola, a me causava soltanto dei dolori di pancia. Non sapevo letteralmente la differenza che passava tra un uovo alla coque e uno stufato di manzo.
Stufa lo ero e pure tanto. Perciò mi convinsi ad agire e feci quello che mi restava da fare. “L’arte di mangiare bene” risolse in positivo tutte le angosce alimentari, persino col 15% di sconto.
Per un po’ di tempo nulla turbò la mia quiete e godetti momenti di pura tranquillità.
Poi incontrai Marco. Un bancario fuori sede che si trasferì nel condominio dove risiedevo.
E qui mi casca l’asino!
Tutta la mia padronanza e la presunta conoscenza vacillarono come le fondamenta di un edificio in preda a un terremoto di magnitudo 9. I momenti d’intimità tra di noi erano paragonabili alle torture fatte agli eretici dalla santa inquisizione.
Dovevo trovare urgentemente una soluzione. L’illuminazione mi capitò tra le mani in una libreria del centro.
“Come farlo impazzire ogni giorno” campeggia in bella vista sul mio comodino e guai a chi me lo tocca.
Da quel giorno Marco è diventato un altro ed io ho avuto la Gold Card di socio “ad honorem” della libreria “Leggi che ti passa”.

Carlotta Laterza


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