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Perfect Creature (2006): Recensione

Creato il 22 novembre 2013 da Mcnab75

perfect creature 1

Perfect Creature
di Glenn Standring
Nuova Zelanda/UK 2006

Sinossi

Siamo in “Nuovo Zelandia” un luogo in cui le ere (quella Vittoriana e una più recente) sembrano essere entrate in commistione. In questo mondo esistono i vampiri, creature originate trecento anni prima da una mutazione genetica. Essi però hanno stretto un patto con gli umani e si sono uniti in una comunità di “Fratelli”.
I vampiri fanno uso delle loro superiori conoscenze e dei poteri attribuiti loro dalla particolare conformazione fisica per aiutare gli esseri umani. Questi li ricambiano con spontanee donazioni di sangue. Tutto è sempre andato per il meglio finché un giorno Edgar, un vampiro, ha iniziato a vedere gli umani come prede, e cacciarli di conseguenza. Edgar è figlio del Grande Sacerdote della comunità e fratello di Silus, il quale si allea con la polizia umana per metterlo in condizione di non nuocere. Troverà anche un amore non semplice da sostenere.

Commento

Nella spesso inutile ricerca di qualche film meritevole d’attenzione, l’occhio mi è caduto, quasi per caso, su questa produzione neozelandese del 2006, che si guadagna, se non altro, una citazione e un po’ di visibilità. Visibilità che non ha mai avuto a suo tempo, considerando che non l’ho mai visto né in TV, né al cinema né distribuito in DVD (non in negozio, ma ovviamente su Amazon c’è).
Quindi va da sé: l’ho trovato in streaming.

Perfect creature parte con un handicap che, per il sottoscritto, è grosso come il Monte Everest: è un film che parla di vampiri. Credo di non aver mai maturato tanta antipatia per una creatura di fantasia, quanta ne provo ora per i succhiasangue. Lo sfruttamento indegno degli ultimi anni, sia da parte del cinema che della letteratura, me li hanno resi odiosi, quasi repellenti. Gli stereotipi oramai più diffusi sui vampiri possono essere divisi in due grandi sottocategorie: i bellocci romantici alla Twilight e i tenebrosi in pantaloni di pelle+capello lungo+look dark di Underworld.
Difficili dire quali abolirei per primi.

Perfect Creature 2

Perfect creature ha senz’altro più affinità con la seconda categoria, eppure dimostra fin da subito il gran pregio di discostarsene sia nella forma che nella sostanza. Laddove Underworld e Blade (film apprezzabilissimo, ma colpevole di aver generato dei cloni dal valore artistico discutibile) prediligono azione, ritmi videogiocosi e personaggi tagliati con l’accetta, Perfect creature lavora di fino sull’ambientazione, rendendola originale.
Proprio questo è l’aspetto più riuscito del film. Si sconfina nel dieselpunk distopico, di buon impatto visivo, in grado di alternare raffinatezze ad atmosfere noir. Il risultato non è perfetto, ma senz’altro apprezzabile. Certo, oltre ai soliti dirigibili, alle motorette a vapore e alle uniformi simil-novecentesche (tutta roba che nel film c’è), Standring poteva lavorare di più sul concreto: Tuttavia è anche comprensibile che un film di “seconda fascia” non è forse il miglior ambito per tentare certi virtuosismi.

In Perfect Creature gli spunti dieselpunk abbondano...

In Perfect Creature gli spunti dieselpunk abbondano…

Un altro punto di originalità (almeno parziale) lo si ha nella scelta di integrare i vampiri con la società umana. Nati trecento anni prima, da una mutazione genetica, i succhiasangue convivono con gli uomini. Sono organizzati in una sorta di teocrazia nota come “la Fratellanza”, che non ci vede come succulente merendine ambulanti, bensì come alleati, con cui condividere un patto di mutua difesa. Ovviamente qualcuno metterà a rischio tale consolidata alleanza, rischiando un disastro senza precedenti.

Purtroppo Perfect creature è una pellicola tutt’altro che perfetta. La regia, notevole sotto il punto della messa in scena, latita in quanto a ritmo e suspance. In alcuni punti si sfiora la noia, anche se per fortuna la fotografia e i dettagli (per chi li apprezza) salvano gli spettatori da sonnellini fuori programma.
Insomma, questo film sta a metà tra l’eccellente Dark City e un Underworld meno furbescamente cool. Nulla di memorabile, ma almeno una spanna sopra i film che oramai si vedono in full automatic, a cervello spento, sapendo esattamente come iniziano, dove vanno a finire e dove si svolgono. Il tentativo di Standrig di proporre qualcosa di nuovo, pur senza avere il coraggio di andare fino in fondo nel suo esperimento, è gradito e gradevole.
Da recuperare: merita almeno una visione.

perfect creature 3

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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