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L’estate d’inverno è un film girato con due attori, praticamente tutto all’interno di una stanza sola, con un budget ridicolo intorno ai 70mila euro. Eppure è una delle pellicole italiane più coinvolgenti e avvolgenti viste quest’anno. Un’autentica rivelazione, all’interno di un panorama cinematografico peninsulare piuttosto stanco e privo di idee.Nonostante sia stato realizzato nel 2007 e abbia vinto il premio di miglior film all'European Indipendent Film Festival e al Chicago Lake County Film Festival, nelle sale italiane è uscito soltanto questo weekend. Probabilmente sarà distribuito in una manciata appena di cinema in tutto lo stivale e se sono riuscito a vederlo è solo grazie alla mitica anteprima web organizzata da mymovies giovedì scorso.
Due attori e una stanza, dicevamo. La stanza è quella di un motel a Copenaghen, Danimarca. Lui è un ragazzo di 19 anni, arrivato per ragioni misteriose in auto da Alessandria, Piemonte (dalle mie parti), assomiglia ad Andrea Pirlo. Lei è una prostituta siciliana di 38 anni, un po’ mamma un po’ porca (come direbbe il Ligabue), assomiglia ad Amelia la fattucchiera che ammalia. Dopo il sesso (sorry, non si vede), lui la paga per restare. Solo per parlare. Il film segue l’ora successiva praticamente in tempo reale, un po’ come avveniva nel telefilm 24. Come fa ad essere una pellicola interessante? La regia e la sceneggiatura mantengono un ritmo costante, con improvvise accelerazioni. Non è un thriller, ma la tensione è la stessa di un thriller. I dialoghi sono quasi sempre brillanti e i due attori perfetti nella loro imperfezione (per dirla proprio come uno dei personaggi del film).
Si entra con un filo di diffidenza, in questa stanza di motel. Dopo pochi minuti però ci si trova a proprio agio e la stanza diventa confortevole. Tra i commenti per lo più positivi che leggevo a fine visione su mymovies, ce n’era anche uno bastardo: “Come saggio di fine scuola di cinema può andare”. Ecco, l’impostazione amatoriale del film è in effetti evidente. D’altronde con questo budget a Hollywood preparano a mala pena la colazione ad Angelina Jolie & figli. Però è altrettanto evidente il talento del giovane Davide Sibaldi (23 anni), autore di regia e sceneggiatura, che con la sola forza di uno script accattivante, qualche idea di regia e un delicato tema musicale riesce a tenere lo spettatore incollato per 70 minuti, facendo dimenticare tutti gli inevitabili difetti di un’ingenua opera prima. E rendendo perfetta l’imperfezione.(voto 7)
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