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Oggi è sabato, e scrivo questo post sull'onda della graphic novel di Craig Thompson. Quando ero piccolo per noi che vivevamo in paese la vita era scandita da due istituzioni. La scuola e la chiesa.Nei giorni feriali si andava a scuola, nel finesettimana e festivi in chiesa e derivati. Non ho brutti ricordi, tutt'altro, sono stati momenti felici. A dieci anni te ne freghi della situazione politica, te ne freghi se è cascato il muro di Berlino, se la Chiesa Cattolica ha un passato oscuro, e sicuramente non sai che da qualche parte nel mondo un prete si scopa un tuo coetaneo. In paese all'epoca non c'erano i bambini atei, tutti andavano a catechismo ed era fondamentalmente un momento per passare del tempo con i tuoi amici, ascoltando cose scritte in un linguaggio incomprensibile per la nostra età. A scuola in ogni classe c'era il ragazzo agitato di turno, il casinista, quello che offendeva le maestre e picchiava i compagni. A catechismo non c'era, tutti buoni e tranquilli, eppure era sabato pomeriggio e la voglia di starci era sempre pochissima; il motivo era semplice: l'insegnante scolastico era nella maggior parte dei casi qualcuno che viveva altrove, la catechista era sempre un'amica di tua madre, e non fai casino con le amiche di mamma. Oltre al catechismo per una élite di bambini, generalmente quelli con la famiglia più integrata nella comunità, c'era il servizio civile cattolico. Il chierichetto. Chiaramente io ne ho fatto parte, insieme al nutrito gruppo di amici che frequentavo.All'epoca non era una scelta, il concetto di ateo era una cosa a noi estranea, una specie di alieno. Ricordo che l'unico ragazzo della nostra classe non cattolico era un tale di nome Ruben. Bambino strano, nome strano, credo Testimone di Geova, sta di fatto che dopo la seconda elementare nessuno lo ha più visto. Sparito nel nulla.Se il catechismo non era poi pesante, il servizio civile da chierichetto era paradossalmente divertente. Nelle festività ci si vedeva di sera, si sottomettevano i bambini più piccoli e si parlava durante la messa. Nel periodo pasquale, con la benedizione delle case era ancora meglio. Il poter entrare in bellissime ville e vedere come se la passavano i ricchi, allo stesso tempo mangiare come sfondati ogni dolce offerto e qualche volta ricevere pure qualche spicciolo era veramente il top (nella lista dei doveri). Ora che ci penso... Ricordo, una volta, di aver sostituito l'acqua benedetta con quella di una pozzanghera. Non ho mai pensato che ci fosse una libertà di scelta, il mio pensiero era: gli italiani sono cattolici, gli arabi musulmani, gli indiani induisti, i giapponesi buddhisti. Oltre non riuscivo a vedere. Per lo meno è stato così fino alla fine delle medie e il sacramento della cresima. Dopo è subentrata l'adolescenza con tutti i suoi problemi. Le nostre giovani menti sono state formate sulla base del cattolicesimo, questo non ci ha impedito di fare i teppisti nel tempo libero, picchiare i ragazzi più piccoli che rompevano le palle, offenderci fra di noi, disturbare la quiete del paese, e tante altre azioni che non erano nell'elenco del bravo cristiano. Allo stesso tempo non ha evitato l'allontanamento dalla chiesa e il grande punto interrogativo sulla parola "fede". Ora mi guardo indietro e dico: ma se non avessi frequentato la chiesa sarebbe stato meglio?Forse per la mia crescita intellettuale e di pensiero si, però quel ragazzetto che ero non sarebbe stato contento di essere escluso dal giro.
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