Magazine Cultura
Sabato eravamo solo in quattro. Io, Luca, Alessia e una scatenata Gaia. E' arrivata l'estate e i locali all'aperto sono pieni di persone. Gaia voleva guidare, voleva convincere ad andare verso il mare a divertirci. Era così gasata e vogliosa di ballare che non potevamo dirgli di no.Dopo quaranta minuti di macchina e altrettante fermate per caffè, alcool e sigarette; siamo arrivati. Fra tutti i posti dove andare avevamo scelto la mecca della perdizione. Un fiume di gente si riversava in quella passeggiata delirante. E' il posto dove trovi tutto, dalla musica altissima ai drink costosi, drogati a perdita d'occhio e sbirri in quantità industriale, tamarri scatenati e donne siliconate, elegantoni con il travestito di turno; ma anche: sballati, brave ragazze, gay, lesbiche, prostitute e sopratutto adulti curiosi di toccare con mano questo circo notturno.Io e Luca siamo spenti, le due amiche invece sono scatenate, bevono, si divertono e flirtano con chiunque. La serata scorre senza problemi e abbastanza tranquillamente. Arriva l'ora di partire, con buona pace di Gaia e Alessia che nonostante sia presto hanno esaurito la voglia. Guardo l'orologio, è l'una e un quarto. Incredibile, sarà perché siamo arrivati presto, sarà perché io c'ho i cazzi miei e Luca non vede l'ora di dormire, in ogni caso è prestissimo e stiamo già camminando verso la macchina. Poi passa lei. E' bionda, è carina con lo sguardo stralunato. Ha un passo svelto, quasi di corsa, mi guarda e mi chiede una sigaretta. Io gliela nego. Lei riparte, stavolta ferma Gaia. Lei non si nega, gli rolla una golden virginia in meno 20 secondi. La ragazza bionda ringrazia, ma non prosegue, vuota il sacco.C'era la fregatura, quasi me lo sentivo.Lei si chiama Marina e quella sera aveva il cervello in panne, la borsa persa nel casino generale e i suoi amici chissà dove. Senza cellulare, senza documenti e senza soldi. Come fai a lasciarla lì?Si ricorda solo un numero di cellulare a memoria, quello del suo ragazzo che è chissà dove ubriaco, chiaramente lui non risponde. Marina si dispera, dice di non preoccuparsi e che in qualche modo risolverà, allo stesso tempo dice: "Ho 28 anni, non mi era mai successo. Ho paura, e ora come faccio, non posso mica restare qui, sono disperata."Ripeto. Come fai a lasciarla lì?Ma la nostra macchina è da quattro precisi e lei sta veramente lontano. Casa sua è a oltre due ore di macchina. Ma che ci faceva lì?
Intanto Gaia e Alessia sono andate in macchina e l'hanno mollata a noi. Lei continua a parlare, dice che se avesse soldi potrebbe prendere un taxi. Guardo Luca e anche lui sta pensando la stessa cosa. Col cazzo che molliamo 50 euro a questa.Però come fai a lasciarla lì?Aiutiamola. Il suo ragazzo continua a non rispondere. Alla polizia non ci vuole andare perché dice che l'arrestano e gli strappano la patente."Marina ma la patente non ce l'hai, non c'hai nulla!" Dico io.Nulla da fare, ha paura della polizia e non gli interessa informarsi se hanno ritrovato la borsa. "Marina dove avete parcheggiato la macchina?""Boh, non lo sò" E che cazzo. Non se ne esce. Ma dopo qualche minuto, un flash nel suo cervello. Dice che è arrivata con una Classe A, non ricorda il colore e che hanno parcheggiato in fondo alla passeggiata.Andiamo a cercare questa fantomatica Classe A. Dopo dieci minuti, incredibile ma vero la troviamo. Una Classe A blu, nuova ed è targata con la provincia giusta. Lei saltella è contenta, riconosce le altre macchine dei suoi amici.Ma dei suoi amici neanche l'ombra, al telefono non rispondono ne richiamano. Il parcheggio è semi deserto.Come fai a lasciarla lì?
L'abbiamo lasciata lì. Saluti e baci. E' rimasta lì da sola, seduta su un muretto in uno squallido parcheggio di periferia vicino al mare. Sola, senza sigarette o da bere, senza soldi e la possibilità di chiamare qualcuno. Ciao Marina, è stata una serata divertente.
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