Magazine Cultura
Venerdì sera ero ad un dibattito "culturale" dove si parlava del fare critica nel 68'. Loro che erano giovani all'epoca adesso hanno i capelli bianchi e sono in pensione.
Sarà capitato anche a voi di assistere a discussioni del genere, magari su altri temi, dove uno o più di questi sopravvissuti ricorda gli anni delle rivolte e della contestazione. Erano pieni di giuste motivazioni, avevano i mezzi intellettuali per cambiare le cose, erano sfrontati rispetto alle regole e non portavano rispetto alla generazione precedente. Volevano metaforicamente "uccidere il padre e prenderne il posto di comando". Anni di vere rivolte con ideali importanti che hanno cambiato il paese.Questo orgoglio di aver preso parte ad uno dei periodi più importanti del novecento e che ha portato l'espressione culturale ai massimi livelli, resiste tutt'ora.
Quei giovani sono diventati la nuova classe dirigente, e paradossalmente lo sono tutt'ora.Loro vanno fieri e rivendicano gli anni di protesta. Erano gli anni di piombo, della lotta armata e degli scontri feroci fra polizia e manifestanti. Oggi quelle persone che parlano di "uccidere il padre" guardano con occhi diversi la manifestazione di Roma.Quasi a dire:I giovani che protestavano nel 68' avevano vere motivazioni ed erano contestazioni giuste e pacifiche. I giovani che protestano oggi dovrebbero andare a lavorare, nessuna ideologia e capaci di esprimere solo violenza.
Con questo non voglio legittimare o schierarmi dalla parte dei Black Block.Trovo semplicemente ipocrita continuare a vivere nel mito dei sessantottini e le loro cazzo di proteste che incendiavano il mondo intero. Siamo schiavi di quel periodo intoccabile e di una generazione che continua a dettar legge reprimendo un futuro che solo a loro sembra esser stato concesso.Sabato centinaia di migliaia di persone (in tutto il mondo occidentale) chiedevano il cambiamento di una società piegata da logiche fuori tempo che avanza verso un inesorabile declino. Nonostante questo nessuno ha ancora avuto il coraggio di farsi da parte, ma si è preferito parlare dei danni alla città e i momenti di terrore.
Io non ho foto della manifestazione o racconti su di essa, non ero a Roma e non posso sapere com'era. Esprimo un pensiero periferico da persona lontana dai fatti che vuole semplicemente dire:Uccidiamo il 68' e quello che ha significato per il bene del nostro presente.
(ognuno ci veda quello che vuole)
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