E, per finire, gli altri tre sono tutti agnostici
di Marco Cagnotti
Vedi questo libro e ti aspetti una cosa sul tipo del Dialogo sui due massimi sistemi del mondo. Cioè un confronto serrato e avvincente fra posizioni contrapposte, con argomenti e controargomenti. Invece ti trovi per le mani un libro scritto più che discretamente (anche se un editing più accurato gli avrebbe fatto bene) ma deludente sul piano della sostanza.La prima metà ha l’unica funzione introduttiva di inquadrare il dibattito scientifico, filosofico e teologico negli anni appena precedenti la morte di Darwin. Per farlo, impiega massicciamente la tecnica dell’infodumping infilato nei dialoghi, che così diventano artificiosi e poco verosimili.
La seconda metà, che dovrebbe essere la più stimolante per la presenza del prete, non lo è per nulla. Perché, di fatto, il prete non c’è. Butta là qualche battuta iniziale e poi si defila. Nel nocciolo della discussione, cioè il confronto fra i due atei e l’agnostico Darwin, il prete non appare. E’ altrove. Peccato.
E veniamo, appunto, al nocciolo della discussione. E’ corretto quanto scrive Aveling, cioè che tutto sommato Darwin è un miscredente come lui e Büchner. Solo che nessuno dei tre è davvero ateo: sono tutti agnostici. Ovvero: “Ignoriamo e ignoreremo sempre. E chissenefrega”. Invece l’ateismo è un’altra cosa. E magari mettere sul tavolo anche il rasoio di Occam avrebbe aiutato a chiarirsi le idee.
Questa discussione ci fu davvero? Possiamo immaginare che sì, Focher si sia documentato bene e abbia ricostruito un episodio reale. Solo che, se la discussione si è svolta davvero così, forse non era il caso di ricavarne un libro.
F. Focher, Due atei, un prete e un agnostico, il prato
Piace: la verosimiglianza della ricostruzione storica.
Non piace: la mancanza di un vero contraddittorio per l’assenza del prete, la scarsa significatività filosofica dell’episodio descritto.
Voto: 5/10