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Perplessità e domande sulla dieta casalinga

Da Olikos

A chi propone o si dedica alla alimentazione casalinga dei propri animali, vengono spesso rivolte delle strane domande più o meno coerenti.

La prima domanda è sulla difficoltà nella gestione della alimentazione casalinga perchè diventa un investimento di tempo molto gravoso. Sicuramente attuare una alimentazione casalinga è più impegnativo che dare una manciata di crocchette o aprire una scatoletta di cibo umido e versarla nella ciotola. Ma se ci si organizza si può ridurre a minimo il tempo, ad esempio basta cucinare della pasta o del riso mentre si legge il giornale preferito oppure mentre si guarda la televisione e una volta raffredati, riporli in frigo come è stato suggerito nella pagina dei consigli per la preparazione del cibo (>>). Se poi ci si organizza surgelando le porzioni di carne o pesce, il singolo pasto porterà via poco più di 5 minuti.

La seconda domanda riguarda le eventuali carenze nutrizionali che si potrebbero instaurare con l’alimentazione casalinga. Questo è un argomento serio al quale bisogna dedicare un po’ di attenzione. Se l’alimentazione casalinga non è varia e ci si concentra solamente su un tipo di cibo (ad esempio le frattaglie come il fegato – tipica dieta di alcuni anni fa del gatto) si possono avere delle carenze vitaminiche, minerali oppure proteiche od energetiche, che possono portare a vere e proprie patologie. Ma se si alternano i cibi, come la carne e il pesce, si variano le fonti di proteine con l’integrazione di uova e frattaglie oppure di legumi come i ceci, piselli, fagioli etc. , se si fanno delle integrazioni con formaggi (tipo la ricotta) e olio di semi vari o di girasole, non si possono instaurare degli stati carenziali. E’ sempre bene consultare il proprio veterinario perchè ogni cane ha un fabbisogno individuale, in relazione all’età (cucciolo, cane in accrescimento, adulto, anziano), alla razza e la peso (esempio: una razza toy rispetto ad un molossoide), alla quantità di movimento e attività fisica (esempio: un cane che vive prettamente in casa e un cane che svolge attività di agility o caccia o gare), al momento fisiologico (esempio: cane in gravidanza, cane in allattamento, cane con patologia cronica). Se ogni cane è diverso per i motivi elencati, lo è anche nel gusto. Ci sono cani che non apprezzano determinati cibi: se si aggiunge il pesce nel pasto, non toccano cibo! In questi casi non serve insistere a far mangiare al nostro animale ciò che non vuole, cercando di sostituire l’apporto del pesce con un’altra fonte di proteine. Perchè dovrebbe mangiare per forza ciò che non vuole?

Una curiosità invece riguarda l’aspetto evolutivo degli animali. Un giorno discutevo con un collega sulla alimentazione casalinga sostenendone le ragioni positive. Lui mi rispose che ormai i cani moderni (???) sono così selezionati che ormai sono adatti geneticamente a mangiare il cibo industriale e che l’alimentazione casalinga è addirittura contro indicata perchè non sarebbero più in grado di digerire un alimento naturale. Non credo serva una laurea in genetica o in biologia o in nutrizione per capire che sostenere questa tesi è pura follia. E’ sostenere che sono bastati 30-40 anni di produzione industriale per modificare dal punto di vista evolutivo cioè che la biologia ha impiegato in milioni d’anni. per ciò che riguarda l’alimentazione industriale e l’evoluzione, si può fare un parallellismo con i nostri animali , leggendo un recente articolo del Dr. Leon Scheepers sul n. 44 del Medico Omeopata: ” dal punto di vista evoluzionistico, è assodato che la vita della razza umana si basava sul consumo di vegetali , frutta, frutta secca e cereali. Col passare del tempo ci fu una dipendenza sempre maggiore dal cibo conservato, inscatolato in grado di provocare tossiemie intestinali, diventate in seguito la causa di molte malattie croniche. Che un intestino di circa 45 metri sia capace di adattarsi a tanti oltraggi chimici e batteriologici è una delle meraviglie della natura. Quando gli esseri umani cominciarono a consumare cibo-spazzatura, chimicamente e batteriologicamente pericoloso, nacquero molti disturbi cronici. Cambiare drasticamente alimentazione e passare a una alimentazione biologica può migliorare il danno chimico, ma non serve a modificare la flora microbica non lattosio fermentante”. Ciò a significare che un certo tipo di alimentazione è in stretta relazione con l’instaurasi di patologie.


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