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Perri e Bordi impongono la privatizzazione parziale dell’acqua mentendo in consiglio comunale

Creato il 23 ottobre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Il Comune di Cremona ha scelto la società mista, ovvero la privatizzazione parziale della gestione dell’acqua, al 60% pubblico e 40% privato, mentendo in modo sfrontato. Hanno infatti dichiarato che “non ci sono i soldi” per finanziare il piano d’Ambito ecc. ecc. ripetendo quello che già Bordi e il presidente dell’azienda Ato avevano dichiarato.

Perri e Bordi impongono la privatizzazione parziale dell’acqua mentendo in consiglio comunale

La bolletta dell’acqua in Italia: l’acqua è più cara in Toscana (500 euro), mentre a Cremona è relativamente bassa (250 euro) secondo i dati del 2011. La foto si può scaricare, ampliare e leggere con chiarezza: è stata esposta dal comitato acqua pubblica nella manifestazione delle 18, contemporanea al consiglio comunale

Questa tesi perrista e bordista, dentiana e salinista, non tiene conto del fatto che la società pubblica è stata realizzata da Lodi, che si vuole unire a Cremona, e cui Cremona dunque vuole offrire una privatizzazione parziale, sempre contro la volontà popolare. “Non c’è una legge italiana e quindi resta in vigore quella europea” come ci diceva Denti. Ottimo.

Ma varie province lombarde hanno scelto la società pubblica. Cremona è l’unica a insistere in modo così determinato sulla società mista. La bancabilità? Crema e Casalmaggiore sostengono con i loro sindaci che le banche finanziano.

Il colpo di mano è stato compiuto semplicemente perché Salini deve realizzare un risultato per guadagnare punti in Regione. Vuole fare l’assessore regionale, punta ad altri obiettivi? Non può procedere con la forza. I sindaci non sono stati informati correttamente. La legge europea non proibisce per nulla la società pubblica, che restava possibile.

Inoltre i sindaci non erano stati silenziosi, non c’era stato silenzio-assenso. Hanno avuto una colpa i sindaci e il centrosinistra: di non aver votato no, di non aver impedito con ogni mezzo lecito la realizzazione della società mista, che nel tempo condurrà a un forte aumento delle bollette dell’acqua. E tutti riusciranno a pagarle. La responsabilità di Perri è enorme. Il sindaco Perri ha offeso la democrazia, perché non si è mai presentato all’assemblea dei sindaci, e nemmeno il suo delegato Francesco Bordi ha mai spiegato in alcuna sede perché sarebbe mai necessaria la società mista.

Pagaremo tutti bollette più alte, probabilmente a una società straniera.

L’unica verità del centrodestra l’ha pronunciata forse il solo assessore Luigi Amore, ricordando per quanti anni il centrosinistra non ha deciso, pur governando in Comune e in Provincia. E’ una critica giusta, e Giuseppe Torchio come Agostino Alloni si mordono le mani da tempo. Ma le resistenze ai loro progetti sono venute, da quel che si sa, da Padania Acque, dall’ingegner Dasti.

Torchio non impose una volontà, non scatenò guerre. Ora Perri è il primo sindaco di Cremona, forse contestato in piazza, e per la seconda volta: la prima fu il 25 aprile, quando fu fischiato assieme a Salini.


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