Il sindaco Oreste Perri respinge tutte le accuse e conferma le decisioni prese, in tutti i settori, processo Tamoil compreso, evocando un’apertura “nei prossimi mesi” del museo del violino ed evidenziando il milione in più per le Politiche sociali. Quanto agli emendamenti presentati dal Pd per evitare che la manovra fiscale pesasse di più sulle fasce più deboli, la risposta degli amministratori è stata che si sarebbe ottenuto, semmai, un buco di bilancio di cinque milioni di euro.
In proposito l’assessore al bilancio Roberto Nolli (come risulta da una nota del Comune) ha ribadito come questa Amministrazione ha a disposizione il 22% in meno delle risorse rispetto al 2009: di fronte ad un simile situazione e rispetto ad un taglio di 25 milioni, è stata fatta una manovra di 6 milioni di euro, il resto è frutto di ottimizzazione delle risorse. Alla fine ha preso la parola il sindaco Oreste Perri:
0.000000 0.000000Il mio intervento conclusivo in sede di approvazione del bilancio di previsione 2012 non può che essere di natura politica. L’assessore Roberto Nolli, che ringrazio per il difficile e complesso lavoro che ha svolto nella costruzione del Bilancio di Previsione 2012, coinvolgendo anche le forze sociali ed economiche della città, ha illustrato, nella seduta del 18 giugno scorso, i provvedimenti che verranno messi poi in votazione: a quei dati rimando per quanto concerne l’aspetto tecnico. Sugli organi di informazione, in questi mesi, non sono mancati commenti su alcuni temi particolarmente ‘caldi’ riferiti ad alcune scelte di bilancio: la definizione dell’aliquota IMU, dell’addizionale IRPEF, il ritocco di alcune tariffe di servizi a domanda individuale, dovuto soprattutto agli effetti di una pressione tributaria a vasto raggio, in un quadro nazionale di norme e di tagli imposti dal Governo centrale, certamente non entusiasmante da ogni punto di vista. Voglio rimarcare che i costi dei nostri servizi a domanda individuale sono tra i più bassi a livello nazionale.
Credo di poter dire che il prodotto finale è accettabile, soprattutto se messo in relazione alle esigenze di far quadrare i conti nel rispetto del patto di stabilità.
E’ il risultato di numerosi incontri tecnici tra il direttore generale, il ragioniere capo, i dirigenti con me e gli assessori, a livello amministrativo e politico: l’obiettivo perseguito sin dall’inizio è stato il mantenimento, per quanto possibile, della qualità dei servizi in un contesto di ottimizzazione delle risorse.
Ringrazio tutti gli assessori per la collaborazione prestata attraverso i propri uffici. Ognuno di loro ha tenuto un atteggiamento di comprensione per la difficile congiuntura che stiamo vivendo, cercando, con notevole impegno, di individuare gli interventi più idonei da attuare: da una parte attenti a non far venire meno i servizi essenziali, soprattutto per le fasce più deboli della società (la ‘spesa sociale’ per le fasce deboli da 14 milioni di euro stanziati nel 2011 passa a 15 milioni stanziati sul bilancio 2012); dall’altra sottoponendo i propri bilanci di settore a sacrifici gestionali di notevole spessore, in un quadro di ulteriore razionalizzazione della spesa.
Desidero comunque rimarcare che, nonostante tutto, abbiamo in cantiere realizzazioni importanti, attese da tempo dai cittadini. Penso al Museo del Violino, che verrà aperto nei prossimi mesi, agli eventi che caratterizzeranno ‘Cremona città europea dello sport’, alla realizzazione di un polo tecnologico sul quale sta lavorando molto il vice sindaco, all’eliminazione di alcuni passaggi a livello, all’avvio di alcuni lavori infrastrutturali in posizione di partenza (oltre 20 milioni di euro previsti): gli ultimi mesi del 2012 e il 2013 saranno dunque caratterizzati da un notevole impegno e il bilancio che andiamo ad approvare non trascura risorse per tutto questo che rappresenta un investimento per il nostro territorio.
Anche in questo modo cerchiamo, per quanto rientra nelle nostre competenze, di affrontare le sempre più numerose emergenze che anche la nostra città si trova ad affrontare.
Ho già avuto modo di dirlo più volte, e lo ripeto qui: è il lavoro la questione centrale di questa fase storica che il Paese sta attraversando; è indispensabile la ricerca di soluzioni urgenti che ripropongano il lavoro come la maggiore priorità sociale, economica e politica del nostro tempo; va restituito al lavoro ciò che al lavoro è stato tolto a favore della grande speculazione finanziaria.
L’impatto della crisi sulla vita quotidiana è aggravato dalle drastiche misure finanziarie adottate dal governo centrale che hanno compromesso la capacità degli enti locali di dare risposte concrete ed efficaci alle necessità fondamentali dei cittadini e delle famiglie.
Sono visibili nelle nostre città i segni delle tante emergenze che diventano ogni giorno più gravi: ho accennato al lavoro, ma penso alla casa (gli sfratti per morosità in 5 anni sono aumentati del 64%; nel 2011 sono stati eseguiti quasi 56.000 provvedimenti: qualcuno parla di un vero e proprio ‘tsunami’ sociale in arrivo e prossimo a scoppiare – i dati sono del Ministero dell’interno).
Lavoro, casa, nuove fragilità sociali e nuove forme di povertà, difficoltà a mantenere alcuni servizi sociali, difficoltà di inclusione ed integrazione sociale che spesso hanno delle ripercussioni sulla ‘pace sociale’ della comunità. Nessuno può pensare di salvare l’Italia colpendo le città e le istituzioni che le governano.
Per questo è necessario tornare ad investire sulle città, riducendo sì gli sprechi, ma riconsegnando agli enti locali le risorse necessarie per assicurare il rispetto dei diritti primari della popolazione.
Con questo Bilancio di Previsione l’Amministrazione è impegnata nella difesa dei servizi che non possono essere compressi al di sotto di un limite che renderebbe ancora più critiche le condizioni di vita di tanti cittadini. Perciò abbiamo dovuto trovare risorse. Abbiamo pertanto deciso, senza alcuna soddisfazione, di intervenire sull’IMU e di adeguare l’addizionale IRPEF: in linea con quanto decisi da altri Comuni.
Il mio auspicio è che il ricorso a queste misure, che tutti i Comuni sono stati costretti ad attuare, sia compreso anche da parte del Governo dal quale i sindaci si aspettano che la volontà di ‘restituire’ l’MU ai Comuni a partire dal 2013 non rimanga solo tale.
Tutti i sindaci italiani attendono che la decisione annunciata venga formalizzata perché l’autonomia finanziaria e fiscale passa inevitabilmente attraverso la possibilità di avere un IMU realmente municipale.
Resta ancora sospeso il cammino della riforma del Patto di stabilità. Le prime misure del Governo con lo sblocco di 500 milioni per consentire gli scambi orizzontali, non sono sufficienti e non andranno a incidere sul Patto. Bisogna muoversi di più e in fretta, perché le imprese hanno bisogno di liquidità.
La crisi deve essere vista non solo come un momento in cui operare tagli, accentuare una politica di rigore, anche se necessaria, ma anche come occasione per ripensare e ri-progettare la vita delle città in un mondo che sta cambiando profondamente e velocemente.
Anche le strutture dell’Amministrazione non devono esimersi dai processi di cambiamento in corso, in sinergia con le espressioni vitali della società, dove nessuno deve sentirsi escluso da un impegno personale e collettivo, favorendo la partecipazione corale dei cittadini, grandi e piccoli, ricchi e poveri, alla vita politica, sociale e culturale della propria città e, in particolare, alla promozione di “tutti i diritti umani per tutti”.
L’Amministrazione Comunale farà la sua parte, come ha dimostrato di saper fare in un recente passato (vedi la questione TAMOIL, la sottoscrizione del protocollo per l’area industriale della Tencara, ecc…), facendo sistema con tutte le istituzioni che hanno la responsabilità di dare delle risposte alle emergenze attuali: mi riferisco alla Regione Lombardia, alla Provincia, Camera di Commercio, alle associazioni di categoria, organizzazioni sindacali, al mondo produttivo cremonese in senso lato.
Ringrazio infine tutte le forze politiche che, a diverso titolo, sostengono l’attuale maggioranza che governa il Comune, oggi più che mai partecipi ad un percorso e ad un impegno comuni: i due anni che ci separano dalla scadenza del mandato amministrativo ci dovranno vedere ancor più impegnati a dare risposte concrete ai bisogni della gente.