Magazine Astronomia

Perseidi: istruzioni per l'uso

Creato il 11 agosto 2010 da Stukhtra

Poche e semplici cose da fare per godersi la serata

di Marco Cagnotti

Cominciamo col dire che san Lorenzo non c’entra. Non più almeno. Di mezzo c’è ancora la precessione degli equinozi: lo stesso simpatico fenomeno che ha già fregato gli astrologi. Sicché il picco nella frequenza meteorica oraria non è più nella notte del 10 agosto ma qualche giorno dopo. Quest’anno, secondo l’International Meteor Organization, sarà fra l’1 e 30 e le 4 della notte fra il 12 e il 13 agosto.

 

Sgombriamo subito il campo anche da un altro equivoco: non sono stelle, ma sassi. Dovrebbe essere superfluo precisarlo, perciò non ci dilungheremo oltre.

E veniamo ora a qualche semplice consiglio.

  • Le Perseidi sono prodotte dal materiale perso dalla cometa Swift-Tuttle, che ha un periodo di 133,3 anni. Siccome lo sciame è più ricco appena la cometa è passata per il perielio e siccome l’ultimo passaggio risale al 1992, con un picco in quell’anno fino a 400 meteore per ora, potrebbe essere una buona idea starsene in casa fino al prossimo passaggio, previsto per il 2126.
  • Volendo invece provarci subito, la prima regola è stare comodi. La posizione migliore è quella orizzontale, semmai con una leggera inclinazione del dorso. Va bene quindi un plaid disteso per terra e meglio ancora una sedia a sdraio. Importantissimo: coprirsi bene. Sì, siamo in estate, ma a notte fonda fa comunque un freddo becco. E niente toglie la poesia come i brividi e le bestemmie per il gelo. Quindi abbondare con i maglioni e le giacche, che tanto si possono sempre togliere.
  • Rivolgersi verso nord-est: non si chiamano Perseidi per niente.

Perseidi: istruzioni per l’uso

  • Occhio nudo. Tassativamente. Non servono né binocoli né telescopi: hanno un campo troppo ristretto.
  • Abituare la vista al buio. Un quarto d’ora va bene, ma mezz’ora è meglio. Purché il buio ci sia, perché…
  • …serve infatti un luogo lontano dalle luci artificiali. Sicché scordatevi la città, le piazze, i parchi. Intravedere una meteora sotto un lampione è puro culo. Molto meglio invece il giardino di una casa di campagna. Beninteso spegnendo tutte le luci esterne e chiudendo ermeticamente le finestre per schermare quelle interne.
  • Va da sé che le torce elettriche sono da evitare. Specie se bianche o di altri colori che non siano il rosso. Che invece è l’ideale per non essere abbagliati e quindi può essere usato per illuminare le cartine.
  • Già, le cartine. Non penserete mica di starvene lì a godervi lo spettacolo e basta, vero? Fate qualcosa di utile. O almeno qualcosa che rimanga nella vostra documentazione. Quindi recuperate delle cartine celesti stampate nero su bianco e, al passaggio di ogni meteora, tracciatene la traiettoria il più precisamente possibile, indicando i punti di apparizione e di scomparsa, l’ora, l’eventuale colore e ogni altro particolare (code, lampi luminosi e quant’altro).
  • Ultimo esercizio, l’indomani: sulla cartina, prolungare le traiettorie. Scoprirete così che sembrano provenire (quasi) tutte da una regione del cielo piuttosto ristretta. Vorrà dire qualcosa? Compito a casa: scoprire perché.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog