Dalla VI relazione relativa al monitoraggio della legge 68 del 1999 "Norme per il diritto al lavoro dei disabili" emergono dati incoraggianti: nel biennio 2010-2011 gli inserimenti sono tornati a crescere. Prevale la formula della convenzione. Incremento dei rapporti a tempo determinato a scapito di quelli a tempo indeterminato
Cresce l'inserimento lavorativo delle persone disabili in Italia, e questo nonostante il momento difficile di crisi economica e occupazionale. A dirlo sono i dati dell'ultima relazione, la sesta, curata dall'Isfol per conto del ministero del Lavoro sulla legge n. 68 del 12 marzo 1999 "Norme per il diritto al lavoro dei disabili". La ricerca, svolta su base nazionale e regionale, si concentra sul biennio 2010-2011 e rileva che gli avviamenti al lavoro, dopo aver raggiunto nel 2009 il livello minimo dall'introduzione della legge (20.899), nel 2010-2011 sono tornati a crescere raggiungendo rispettivamente quota 22.360 e 22.023. La ripresa ha riguardato tutte le aree geografiche eccetto quella meridionale, dove si assiste ad una ulteriore contrazione di posti.
Quali le tipologie di avviamento al lavoro? Prevale la formula della convenzione, che ha inciso nel 2010 per il 49,4% dei casi e addirittura per il 51,6% nell'anno successivo.
Modalità di assunzione. La ricerca dell'Isfol evidenzia un incremento progressivo dei rapporti a tempo determinato a scapito di quelli a tempo indeterminato (la stessa cosa che si è verificata nel resto del mercato del lavoro). "Addirittura - rilevano ancora i ricercatori - tra il 2010 e il 2011 si è assistito al sorpasso dei primi rispetto ai secondi", anche se questa tendenza non si riscontra in tutto il Paese: nel Settentrione infatti sono di più i rapporti di lavoro a tempo determinato, mentre nel Centro e nel Sud continuano a prevalere gli avviamenti a tempo indeterminato.
Datori di lavoro e quote di riserva. Per avere un quadro esatto della situazione è necessario mettere a confronto il volume degli avviamenti con la quota di riserva dichiarata dai lavoratori pubblici e privati sottoposti all'obbligo di legge (in sostanza, quale è la percentuale di disabili da assumere a seconda del numero di dipendenti). Nel biennio 2010-2011 il numero di datori di lavoro pubblici scende da 4.073 a 2.557 e così pure la quota di riserva che passa da 74.741 a 34.165; stessa tendenza anche per i soggetti privati che dai 68.218 del 2010 si riducono ai 45.274 dell'anno successivo portando le quote di riserva da 228.709 a 143.532.
Aziende al di sotto dei 15 dipendenti. In questo scenario in mutamento, c'è una costante che la relazione mette in evidenza: è la percentuale degli avviamenti effettuata da aziende al di sotto dei 15 dipendenti (quelle, quindi, non soggette ad obbligo) quantificabile in circa il 10% degli avviamenti totali. "Tra i motivi del verificarsi di questo fenomeno - secondo Isfol - c'è da considerare la composizione del sistema produttivo italiano, caratterizzato prevalentemente da imprese di piccole dimensioni", ma accanto a questo va considerata anche "la crescita di sensibilizzazione sociale sul tema della disabilità rispetto alla quale la legge 68 ha avuto un ruolo importante".
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