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Perugia: non tutti i rami secchi e improduttivi vengono tagliati dalla nuova amministrazione.

Creato il 05 ottobre 2014 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

Riceviamo e pubblichiamo

Sono trascorsi più di cento giorni dallo storico insediamento della Giunta Romizi, oggi  i cittadini si chiedono e non senza amare perplessità, cosa stanno facendo i nuovi inquilini a Palazzo dei Priori, per quel  cambiamento tanto atteso e propagandato  durante l’ultima  campagna elettorale.

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E’ purtroppo una verità, che i cittadini perugini si lamentano facilmente su tutto, nelle  conversazioni salottiere per  strada e o nei bar del quartiere e, questo,  senza avere quel coraggio necessario,  di esprimere ad alta voce le proprie opinioni,  nelle sedi più opportune, assemblee pubbliche o nella stampa, sempre che sia disponibile ad accoglierne le voci, come dovrebbe avvenire in una qualsiasi discussione  civile e democratica. Si percepisce l’impazienza, per non dire una certa disillusione, nell’attendere i segnali del cambiamento, che non sembrano  realizzarsi in tempi brevi e sicuri.

Per questo ogni cittadino non dovrebbe lasciarsi scoraggiare limitandosi solo a criticare, ma dare il loro contributo propositivo e costruttivo.

Certo, la nuova Giunta non ha il compito facile per  realizzare nuovi interventi utili ai cittadini, entrando nel Palazzo, ha trovato le casse semivuote con un deficit di bilancio considerevole, che ha costretto i nuovi amministratori, a varare l’ultimo bilancio preventivo,  con nuovi aumenti delle tasse per i servizi pubblici.

Dopo aver aumentato il gettito fiscale, la nuova amministrazione sarà costretta a tagliare una parte dei  contributi in alcuni servizi cominciando dagli asili nido ed altri interventi  a favore delle fasce più deboli, oltre alla Cultura, nonostante l’ambizione dei precedenti amministratori, di far diventare Perugia la Capitale Europea.

Se oltre ai tagli per i servizi pubblici e la Cultura, la nuova amministrazione decidesse di intervenire  con fermezza e senza tentennamenti, anche sulla riduzione delle spese per l’apparato dirigente comunale, questo risponderebbe alle tante sollecitazioni avanzate in questi ultimi anni, sia dagli stessi membri dell’attuale amministrazione, oggi al potere, come da parte dei cittadini e degli stessi dipendenti comunali.

Interventi sul taglio del numero dei dirigenti comunali, per ora non si avvertono decisioni concrete, se non risposte preoccupanti nel prorogare di volta in volta le scadenze di quelli che dovrebbero essere stati rimossi a fine mandato il 30 giugno scorso.

Perché tanta esitazione a decidere di mettere fine a questo spreco di risorse economiche, che vanno  a danno dei contribuenti, quando potrebbe essere deciso un accorpamento di alcune unità operative e di settori che svolgono attività correlate fra loro?

Si ha paura di scontentare questo o quel personaggio politico facente parte dello stesso gruppo di governo?  O si vogliono mantenere logiche di potere consolidato,  dalle precedenti amministrazioni  che non hanno nessun interesse a favorire il cambiamento e la produttività dei servizi a favore dei cittadini?

La voce di Scarpa libera                                                              



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