Perugia: siamo “Sentinelle in Piedi”, siamo per la libertà di parola ma non parliamo.

Creato il 30 marzo 2014 da Cagliostro @Cagliostro1743

Il 29 marzo nel Regno Unito si sono celebrati i primi matrimoni per le coppie dello stesso sesso grazie ad una legge voluta fortemente dal conservatore David Cameron ma il diritto di sposarsi è ben lontano nella pur vicina Italia dove conservatori di altro stampo rispetto alla destra britannica sono pronti a schierarsi come una milizia per contrastare i diritti degli omosessuali; sono le “Sentinelle in Piedi”: disposti in piedi – in perfetto stile militare – a circa un metro di distanza l’uno dall’altro e leggendo un libro.
Le “Sentinelle” si sono schierate in varie città italiane con risultati non sempre esaltanti ed il 29 marzo è stata la volta di varie città tra cui Perugia, capoluogo di una regione politicamente “rossa”, che ha conosciuto le barbarie della tirannia cattolica e medaglia d’oro come “città benemerita del risorgimento nazionale”.
A pochi metri da quell’hotel Brufani scelto nel 1922 dal quadrumvirato fascista per dirigere la Marcia su Roma, le Sentinelle si sono schierate in Piazza della Repubblica con alle spalle la sede regionale del Partito Democratico e davanti la libreria La Feltrinelli e mettendosi a ridosso di un banchetto di attivisti contro la vivisezione sugli animali.
Una buona partecipazione di pubblico con circa 200 partecipanti che ha riscosso curiosità da parte dei perugini che si godevano lo struscio pomeridiano e gioivano per la riapertura su Corso Vannucci della storica pasticceria Sandri fondata nel lontano 1860. Un’ora di veglia per le Sentinelle in cui hanno potuto distribuire il loro volantino ai pochi cittadini interessati alla loro manifestazioni: il nemico da combattere per le Sentinelle è sempre «un’ideologia detta del Gender che sostiene l’indifferentismo sessuale». Resta un “mistero della fede” sapere chi siano tali ideologi.
Tra le “Sentinelle” anche il consigliere comunale di Perugia in quota Udc Mauro Cozzari, neocatecumenale e già segretario del Forum delle Associazioni Familiari dell’Umbria.
Dalla sua pagina facebook così ha commentato: «Solo per inciso, sono io che manifesto per la Perugia libera e civile. Non certo quei quattro gatti che si sono scagliatti con urla, strepiti e offese contro 270 persone che hanno voluto difendere la liberta’ di pensiero e di parola da i dettami di una legge antidemocratica e liberticida». La difesa della libertà di parola di chi preferisce manifestare non parlando.
Non si è fatto attendere il commento di Arcigay Perugia tramite un comunicato: «Una manifestazione di stile fascista nei modi e nei contenuti – commenta Patrizia Stefani, co-presidente dell’Omphalos Arcigay Arcilesbica – non a caso in diverse piazze d’Italia questi eventi hanno visto la partecipazione della destra fanatica e dei movimenti integralisti religiosi, tutti uniti a favore del disprezzo e della discriminazione. Si nascondono dietro la difesa della libertà d’espressione, ma il loro intento, neanche troppo nascosto, è quello di combattere apertamente l’uguaglianza e il rispetto delle persone omosessuali e transessuali».
Molti passanti (anche giovanissimi), intenti a godersi la bella giornata di sole, dopo essere stati approcciati hanno reagito con sdegno una volta aver capito che era una manifestazione contro i diritti degli omosessuali apprezzando invece l’allegra contromanifestazione dei ragazzi di Arcigay Omphalos: insomma Perugia si è mostrata ancora una volta una città aperta e democratica in linea con una pubblica opinione sempre più accogliente nei confronti degli omosessuali soprattutto da parte delle nuove generazioni. Una Perugia democratica che non ha bisogno di “Sentinelle” e del solito fiume di disinformazione e vittimismo.

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