Votata in Consiglio Comunale a Favignana dall’intera maggioranza – primi firmatari Michele Rallo e Donato Sardella - una mozione per la lotta contro la pesca illegale alle Egadi.
"Da troppo tempo sappiamo quanto sia urgente modificare le politiche e i comportamenti, molti dei quali illegali, che hanno causato impatti profondi, e talvolta irreversibili, sulle risorse ambientali dei nostri mari e sul comparto pesca dell’intero bacino Mediterraneo – dicono i primi due firmatari, seguiti da tutti gli altri consiglieri di maggioranza – e lo stato allarmante delle risorse e gli stock ittici nel mar Mediterraneo impongono interventi trasversali, che devono andare oltre le politiche dell’ambiente, che come foglie di fico coprono vergogne non più tollerabili".
La mozione evidenzia che ci si trova all’interno dell’Area Marina Protetta più grande d’Europa, dove insiste una regolamentazione per la pesca più restringente rispetto alla normativa nazionale, e che soprattutto esistono zone di protezione (A,B e C) dove è consentito l’utilizzo solo di alcune tipologie di attrezzi da pesca previa autorizzazione, o di nessuna, come nella zona A di protezione integrale, e che l’arcipelago delle Egadi è caratterizzato da una tradizionale vocazione al settore della pesca, con una flotta locale in grande parte dedita alla pesca artigianale e che opera principalmente entro le 12 miglia, mentre l’altra componente è riferibile sia alla piccola pesca costiera che alla pesca industriale, provieniente dalla terraferma.
"Nelle nostre isole, nonostante le norme e leggi nazionali e le regole dell’AMP – aggiungono Sardella e Rallo - continuano purtroppo a verificarsi diverse violazioni delle interdizioni alla pesca e attività di pesca illegale, soprattutto quando le condizioni meteo sono sfavorevoli, ma anche nel pieno della stagione estiva e alla luce del giorno, quando il mare e le notti sono accessibili a tutti. Arrivano imbarcazioni di grandi dimensioni, che effettuano bordate sotto costa a una profondità inferiore ai 50 metri minimi, limite determinato da leggi nazionali, effettuando azioni di pesca in zone vietate, proprio come si è verificato nei giorni scorsi, quando una di queste imbarcazioni ha effettuato una bordata di pesca sotto costa, non legale, in piena zona B, creando ingenti danni alle reti di un pescatore locale, che nella legalità aveva calato i propri attrezzi di pesca la sera prima".
Si tratta di episodi ben conosciuti dalla comunità egadina, che il più delle volte non muove alcuna denuncia, consapevole che difficilmente si arriverà a giustizia in tempi certi, con il timore di atti di ritorsione da parte degli stessi pescatori di frodo.
Nella mozione si evidenzia la richiesta di allontanamento, per chi opera nella illegalità, dalle associazioni di categoria, per rompere il muro del silenzio tra i pescatori e isolare i comportamenti scorretti, e che venga interessata in questo percorso la Prefettura di Trapani, per agire in maniera ferma e decisa e cercare di gettare le basi alla soluzione di questa piaga sociale e non solo ambientale, facendosi promotrice di una battaglia civile volta al rispetto delle regole e della legalità in mare.
"L'opposizione si è astenuta sia dal discutere la mozione sia dal votarla – conclude Rallo - eppure questa è un'azione senza colore politico. Ci chiediamo se non ci siano velati interessi a Trapani, dove risulta che qualche consigliere abbia una coop di pesca".