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Pesca&Fidanzata – Organizzare un viaggio di nozze per quattro

Da Pietroinvernizzi

I momenti importanti che scandiscono la vita di un pescatore sono tutti riferiti alle sue battute di pesca. Il tempo non speso sull’acqua in genere è usato per trovare altri modi di tornare sui fiumi. Questo non è, giusto per spezzare una lancia in mio favore, uno di quei casi. Ma quando l’occasione è così seducente, come si fa a farsela scappare?
Finalmente è arrivata! Non posso ancora crederci, ma la fatidica proposta è arrivata! In un giorno qualunque, senza apparente ragione, a parte la perfezione inarrivabile della sottoscritta, Jacopo mi ha chiesto di sposarlo. Va da sé che un evento così romantico e decisivo ha delle motivazioni profonde, radicate in questi quasi otto anni di relazione, nella nostra bambina, nel nostro rapporto fatto di amore e fiducia, ma anche stanchezza e malumore che si devono imparare a gestire quotidianamente per non farsi travolgere.

Come ho scoperto in seguito, niente di tutto questo è stato preso nemmeno lontanamente in considerazione, il vero motivo è un altro…

“Amore – chiedo io in una nube di cuoricini e con gli occhi enormi tipo Candy Candy – come mai hai deciso proprio ora, cosa ti ha convinto?”
“Se vogliamo a breve un secondo figlio, ho pensato che o ce lo facciamo adesso un viaggio della madonna oppure mai più”.
“…”
“Cioè, volevo dire che è stato un lungo percorso interiore… ti amo” (lui cercando di recuperare un briciolo di romanticismo).
“Si…anche io…” (decisa a non farmi rovinare questi trenta secondi di gloria).

E quindi si parte. Si parte con i preparativi, che sono una gigantesca seccatura, e si parte a pensare, soprattutto al vero motivo dell’accensione della macchina matrimoniale: il viaggio di nozze. Anche se so da sempre che non saremo in tre (già tantini per una luna di miele), bensì in quattro: io, Jacopo, Cecilia, e Lei (la pesca n.d.r.). Io mi immaginavo in qualche paese esotico a passeggiare con la mia famiglia per città millenarie perse nella foresta e poi magari sdraiata su un’amaca con un mojito in mano, mentre un funzionantissimo mini club si prendeva cura della bimba, e Jacopo in riva al mare a pescare qualsiasi cosa con la fregola di dirlo subito alla sua crew di Anonimi, che hanno preso di buon occhio il matrimonio solo perché potrebbe essere fonte di report eccezionali.

E invece no. Mi sono sentita proporre destinazioni che davvero, guardiamoci in faccia, nemmeno due pescatori venticinquenni in vena di avventura affronterebbero: Mongolia per i Taimen, Alaska per i salmoni, Groenlandia per non so cosa, qualche remoto paese del sud est asiatico per non so che colonia di pesci che sta solo in dieci metri quadrati di quel dannatissimo fiume che si inerpica in quella valle lassù, tra le remote lande, del più remoto deserto, etc. etc. Ecco, magari no!

Lui comunque ci ha tenuto a specificare quanto segue, per altro detto con l’entusiasmo di un bambino la mattina di Natale quando sta per aprire i regali: “Ah, comunque io vorrei pescare tipo sempre, però certo starò anche con voi – queste due cose, come ogni padre-pescatore sa, sono difficilmente conciliabili – e poi magari prendo e vado tutto il giorno a pescare cioè ti rendi conto? Chissà quanti pesci ab-normal, in ambienti spettacolari! Hai capito che ovunque andiamo, deve essere un posto con spot pazzeschi?”

Sì.
Ho capito.

Ho capito perché, come io ho insistentemente insistito per ricevere la Proposta (e comunque lo facciamo tutte perché si chiama gioco dei ruoli e funziona così dall’età della pietra) così lui ha sempre tenuto precisare che avrebbe in ogni caso, in ogni condizione, ovunque fossimo andati, pescato fino a staccarsi le mani.

Quindi sì, sono consapevole di sposare l’amore della mia vita, il padre di mia figlia, ma soprattutto un Anonimo di serie A, che mentre io cerco su Google “viaggi di nozze con bambini” lui sfoglia i risultati di “pesca estrema per veri uomini”.

Lo amo perché, in ogni caso, in viaggio di nozze con Lei, porta anche noi.
E lo amerò ancora di più quando felice tornerà da me, dopo una lunga giornata di pesca esotica, soddisfatto, felice e carico di foto da farmi vedere e mi perdonerà se avrò attaccato bottone con l’animatore caraibico mentre sorseggio un cocktail. Del resto ognuno si rilassa come può.


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