Magazine Architettura e Design

Pescamelba: pezzi unici “come è unica la donna che li indosserà”

Creato il 30 ottobre 2011 da Harimag

Pescamelba è il nome di un dolce, Pescamelba: pezzi unici “come è unica la donna che li indosserà”un dolce “demodé” come lo definisce Elena Russo a cui i dolci, però, non piacciono. “Ho scelto questo nome perché rimanda all’essenzialità” ci dice di fronte ad un caffè. Notiamo che indossa un maglioncino molto semplice incorniciato da uno dei suoi meravigliosi e coloratissimi collari, uno dei primi che ha realizzato e al quale è molto legata. Ce lo mostra, non l’avremmo mai detto ma è leggero, oltre che bellissimo. In effetti è proprio vero, è essenziale e non occorre l’abito giusto per indossarlo. Inizia a raccontarci dei suoi studi di architettura a Reggio Calabria, del successo dei suoi splendidi gioielli e dei suoi frequenti viaggi tra Catania, la città in cui è nata, e Milano, la città che ha scelto per vivere e dove si sente davvero a casa.

  • Definisci casa “il luogo in cui stai bene” e casa tua è Milano. E Catania? Perché hai scelto di andartene?

Preferire Milano non significa che io volti le spalle alla mia terra o la rinneghi. Anzi! I miei gioielli portano a galla le nostre tradizioni, ricordano le luminarie, la festa di Sant’Agata, la frutta martorana, i carretti siciliani, certi scorci della città e elementi scultorei dei suoi palazzi che sono di uno splendore unico. Purtroppo però qui in Sicilia non si investe, si preferisce farlo altrove quindi dopo l’università mi sono detta: “Se devi metterti in gioco fallo totalmente!”. Non mi sono mai pentita della mia scelta. Ammettiamolo, qui a Milano hai più chance, non solo riguardo al lavoro. Anche nell’ambito del gioiello è stato facile inserirsi, collaborare… sei stimolato e allo stesso tempo stimolante per gli altri.

Pescamelba: pezzi unici “come è unica la donna che li indosserà”

Ti facciamo una domanda che di certo ti fanno tutti. Come mai un architetto sceglie di disegnare e realizzare gioielli?

Moda e design non sono affatto agli antipodi, basti pensare a Gianfranco Ferré o agli ultimi esperimenti di abiti che si muovono, si illuminano, che contengono pannelli solari, LED… Hai presente il vestito laser di Bono Vox degli U2 (Moritz Waldemeyer)? Lo stesso vale per i gioielli, parte anch’essi, insieme all’architettura, del vasto mondo del design.

  • Come nascono le tue creazioni? Da dove trai ispirazione?

Non ho mai creduto all’esistenza dell’ispirazione. Credo invece che tutto nasca per un fine, determinato da quegli elementi del mondo che per te sono interessanti e che porti alla tua dimensione, alla tua persona.

Sono molto attratta dalle dissonanze, dai colori accesi. Alla base dei miei gioielli c’è, oltre ad un lavoro di artigianato, anche uno studio del barocco spagnolo che è ben diverso da quello romano, è più originale perché proviene dal popolo. Le maestranze artigiane lavoravano separatamente per unire poi le rispettive creazioni, con risultati stupefacenti che possiamo trovare ovunque a Catania. Basta guardare con attenzione.

  • Che materiali preferisci, dove li trovi e sulla base di cosa li scegli?

Seta, pelle, pietre dure, ma anche cristalli swarovski… tutti materiali che scovo nei mercatini, fra le mie cianfrusaglie o rivolgendomi direttamente agli orafi. Ciò che conta, per me, è riprodurre le dissonanze che tanto amo, accostando colori che non si trovano normalmente insieme, materiali opachi e trasparenti, spessori differenti che danno alle mie creazioni una struttura a più strati, quasi fossero in 3d.

  • I tuoi sono gioielli importanti. E la tua clientela? Per chi disegni?
    Pescamelba: pezzi unici “come è unica la donna che li indosserà”

Le donne che acquistano le mie creazioni sono normalmente libere professioniste, donne discrete e impercettibili ma anche esuberanti e carismatiche, dai 35 ai 50 anni. I miei gioielli nascono per me ed io sono critica, difficile, esigente. Misurandoli su di me, quindi, sono sicura di avere un riscontro oggettivo e a quanto pare ho ragione! C’è addirittura chi ha definito i miei gioielli delle “creazioni dalla carica magica, come degli amuleti”; un paragone calzante in effetti: assumono un aspetto diverso in base a chi li indossa!

  • Quanto tempo impieghi a realizzare i tuoi gioielli? E che procedimento usi: li progetti nei minimi dettagli oppure ti lasci guidare dall’estro?

Impiego circa un mese per collare, ecco perché sono tutti pezzi unici! Il procedimento che seguo ha un andamento jazzistico. Esattamente come nel jazz, ho chiaro in mente ciò che voglio ma non ho uno schema fisso: mi lascio andare ed ecco che, mentre li faccio, appaiono variazioni inedite e originali.

  • Realizzi solo gioielli?

No, cucio anche abiti e borse, al momento solo per me, però! Gli abiti sono molto semplici e richiamano gli origami quindi sono perfetti per viaggiare; le borse sono in pelliccia, con applicazioni gioiello. Sperimento anche lì, con cuciture a vista per un vestito “pensato alla rovescia” o abiti-borsa che possono essere sia capi dotati di coda che borse a tracolla, utili per cambi veloci.

  • Le tue creazioni, ammettiamolo, hanno un costo notevole, eppure sembri non essere stata toccata dalla crisi. Qual è il tuo segreto?

Pescamelba: pezzi unici “come è unica la donna che li indosserà”
Nessun segreto. Il settore del lusso non ha sperimentato alcuna crisi, in realtà, e i gioielli rappresentano potere e sessualità, oggi più che mai. Ritengo che il vero lusso oggi sia il tempo. La qualità la spendi nel tempo, te la ritrovi, è sempre un buon investimento. Oggigiorno, invece, consumiamo così velocemente che i prodotti di qualità sono diventati elitari proprio perché non c’è il tempo, a volte neanche quello per inventare qualcosa di nuovo.

A Milano si va dalla sarta perché questa dedichi del tempo solo a noi, a farci un abito che ci stia a pennello e che ci distingua da tutti gli altri. Qui a Catania non è sempre così, spesso è più importante la marca e si spendono molti soldi per essere tutti uguali. I miei gioielli seguono lo stesso principio di una sartoria: dedico tanto tempo alla loro realizzazione, li rendo unici, tengo conto della personalità del committente. Sono su misura…come un abito!

  • Chi ti piacerebbe vedere con indosso i tuoi gioielli? Chi li ha indossati facendoti provare molta soddisfazione?

In realtà nessuno. Devono essere di certo persone attente, dotate di buon gusto, e il costo, in un certo senso, le seleziona per me. Una bella soddisfazione l’ho provata aspettando l’aereo per Catania. In aeroporto ho visto una ragazza che indossava una delle mie creazioni. E’ strano essere molto più conosciuta all’estero e al Nord che nella propria terra! In effetti qui vendo solo a Marzamemi, mentre le mie creazioni si trovano per lo più a Milano, Torino, Portofino, Costa Smeralda, Germania, Spagna…

  • L’ultima domanda riguarda i giovani talenti. Che consiglio daresti ad un jewellery designer?

Caratterizzatevi per lo stile e studiate: per essere riconoscibili, per avere la vostra identità e per realizzare qualcosa che sia fuori dal comune. Infine, quando create concedetevi tempo: è il tempo a dar valore a un prodotto.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :