Le api stanno sparendo dal pianeta, ormai è un dato tristemente accertato dall'osservazione di numerosissimi alveari in diverse località del mondo. Il perché le api stiano sparendo, invece, rimane ancora una questione misteriosa: si tratta di un virus? Di un batterio? Di pesticidi? O di un cocktail di diversi elementi che risulta letale per questi operosi insetti?
In attesa di conoscere la risposta, dobbiamo accontentarci dei risultati di alcune ricerche che hanno analizzato gli aspetti del Colony Collapse Disorder legati all'utilizzo di pesticidi. Una di queste ricerche, condotta dai ricercatori della Newcastle University, sembra collegare alcuni pesticidi con l'incapacità delle api di procurarsi il polline.
"Ogni impedimento nella loro abilità a procurarsi il cibo potrebbe avere forti ripercussioni sulla loro sopravvivenza" spiega Geraldine Wright, co-autrice della ricerca pubblicata lo scorso 7 febbraio su Journal of Experimental Biology.
La ricerca di Wright si è focalizzata sulla capacità delle api di crescere in modo sano in presenza di alcuni pesticidi comunemente utilizzati nell'agricoltura e nell'apicoltura. "I pesticidi sono molto probabilmente coinvolti nel Colony Collapse Disorder e nella scomparsa di altri tipi di impollinatori" sostiene Wright.
Durante una singola giornata, un'ape visita centinaia, a volte migliaia di fiori in cerca di polline. Le api riescono a ricordare la posizione di molti fiori in modo tale da riuscire a sfruttare le risorse alimentari più produttive dell'area in cui prospera la colonia, ma per recuperare la maggior quantità di polline devono percorrere viaggi lunghi anche otto chilometri e comunicare alle loro compagne la posizione di queste risorse.
Per ricordare la posizione dei fiori, le api utilizzano quella che viene definita "memoria olfattiva"; per comunicare la posizione di questi fiori agli altri membri della colonia, invece, eseguono la "danza delle api", un particolare movimento a 8 tramite il quale questi insetti comunicano informazioni come distanza dei fiori e sorgenti d'acqua.
Alcuni tipi di pesticidi sono tuttavia capaci di danneggiare seriamente la memoria olfattiva delle api e di rallentare la capacità di apprendimento sfruttata per imparare nuove informazioni dalla danza eseguita dalle compagne esploratrici. "Le api imparano ad associare i colori e i profumi dei fiori alla qualità del cibo. I pesticidi influiscono sui neuroni coinvolti in questi comportamenti. Le api colpite dai pesticidi hanno probabilmente difficoltà a comunicare con gli altri membri della colonia".
Gli esperimenti di Wright hanno visto coinvolte alcune api raccolte dall'ingresso di diverse colonie. Le api sono state posizionate all'interno di flaconi di vetro prima di essere trasferite in un sacchetto di plastica all'interno del quale veniva inserita una sostanza zuccherosa contenente dosi non letali di pesticidi. Il team ha quindi registrato le conseguenze sulla memoria a breve e lungo termine dopo 10 minuti e 24 ore.
I risultati dicono che quando i diversi pesticidi sono combinati, i danni aumentano esponenzialmente. "Questo è di fondamentale importanza perché uno dei pesticidi che abbiamo usato, il Cumafos, è la sostanza utilizzata per curare le infestazioni di Varroa nelle colonie di api in tutto il mondo". Alcuni pesticidi, inoltre, sebbene non direttamente letali per le api, potrebbero abbassare le difese immunitarie di questi insetti e renderli più suscettibili a infezioni e altri pesticidi.
Il Cumafos è un pesticida utilizzato fino a poco tempo fa su larga scala per controllare le infestazioni di acari Varroa destructor, parassiti che attaccano ferocemente gli insetti impollinatori. Questo pesticida, una volta molto efficace, sta perdendo la sua tossicità perché i Varroa stanno sviluppando una forma di resistenza al composto; il suo utilizzo, inoltre, è in corso di diminuzione per le conseguenze potenzialmente catastrofiche per l'ambienta acquatico e gli insetti impollinatori.
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