Oggi vi parlo di un ingrediente che suscita reazioni viscerali tra molte persone. C’è chi lo ama (come me) e chi lo detesta, utilizzando aggettivi davvero sgradevoli per descriverne il sapore forte.
Ma vediamo un po’ che cosa ci racconta il web di questo ingrediente.
Detto anche prezzemolo cinese, appartiene infatti alla stessa famiglia del prezzemolo, del cumino, dell’aneto, e del finocchio. Le sue foglie vengono usate per aromatizzare, mentre i semi sono usati in cucina come spezia e in fitoterapia. Le foglie sono profondamente dentate e settate. Il loro gusto è simile a quello del prezzemolo, ma l’aroma è pungente; le foglie apicali, sono invece filamentose e ricordano quelle del finocchio. Non sono gradite a tutti, poiché mentre alcuni ne apprezzano l’aroma e il sapore speziato e amaro, altri le trovano sgradevoli. Del coriandolo si usano anche i cosiddetti semi, che altro non sono che i frutti e che vengono utilizzati come spezia: sono dolci con un lieve sapore di limone e sono meno piccanti delle foglie. I coriandoli di Carnevale prendono il nome proprio da questa erba.
Tratto da: http://www.alimentipedia.it/coriandolo.html
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Non lo compro spesso perchè ne basta veramente poco in cucina, soprattutto per noi occidentali pochi abituati al suo sapore. Ma sabato non ho saputo trattenermi e, complice una prova di cucina cingalese, ne ho preso un mazzo intero. Con quello che mi è avanzato ne ho fatto un pesto.
Ecco gli ingredienti che vi serviranno per preparare il pesto:
- 1 spicchio d’aglio
- 1/3 di tazza di semi di girasole
- 1/3 di tazza di semi di zucca
- 1 tazze di foglie fresche di coriandolo
- 6 cucchiai di olio extravergine d’oliva
- 3 cucchiai di succo di limone
- 1/2 cucchiaino di cumino
- Sale marino qb
Mettete in un frullatore le foglie di coriandolo e l’olio. Frullate, poi aggiungete l’aglio, i semi, il cumino e il limone. Frullate di nuovo il composto, fino a quando non avrà assunto la consistenza di una crema. Salate a piacere, frullate di nuovo e conservate in frigo in un contenitore di vetro scuro per evitare che annerisca.
Io l’ho usato sul pane. O per insaporire qualche zuppa. O semplicemente sul riso bianco.
Voilà!