Magazine Cultura
Arriva al posto giusto nel momento giusto: gli anni Ottanta sono agli sgoccioli e Gabriel, nel bel mezzo delle sue ricerche musicali, riceve da Martin Scorsese la proposta di musicare L'ultima tentazione di Cristo. Ecco che Passion nasce e si sviluppa in un periodo fecondo, denso di sperimentazioni puntuali, generando - negli esiti concreti - una sintesi tra elettronica, World Music, ambient e reprtorio contemporaneo.
Gabriel, compositore sempre più eclettico e completo, collezionista di campionature folk afromediterranee e saggio coordinatore di strumentisti attratti da ogni latitudine (sia geografica sia musicale... il solito Rhodes, David Sancious, Billy Cobham, Shankar, Hossam Ramzy, David Botrill, Yossou N'Dour, Nusrat Fateh Ali Khan, Jon Hassel...).
Passion mostra tracce dalla calcolata e naturale potenza visiva. Non solo un commento (perfetto) alle immagini ma un viaggio sonoro, fedelmente aderente allo spirito dei luoghi, grazie ad uno scrupoloso lavoro d'incastro. Gabriel bizantino, intagliatore di fini mosaici sonori dalla vivacità sinestetica.
Dialoghi impossibili altrove, qui diventano camei unici per bellezza e originalità: corno inglese, oboe e sintetizzatore nella barocca With This Love; il dramma passionale della title track ben esplicitato dal cantato eterogeneo di Nusrat Fateh Ali Khan (ad Est...) e di Julian Wilkins (la tradizione vocale classico-liturgica ad Ovest). Che impressione: a tratti sembra il Miserere di Allegri sperduto in qualche anfratto roccioso del Pakistan o dell'Afghanistan.
Ecco: sta proprio lì la chiave, in quell'ennesimo raccordo sfuggente tra Oriente e Occidente. Si avverte il lavoro di intelligente sincretismo ma non ne riusciamo a trattenere la lontana (e archetipica) essenza.
Più che una colonna sonora, allora, un opulento quaderno di appunti che, ancora oggi, a oltre 20 anni dalla sua pubblicazione, in
segna quanto abbia ancora da imparare la cosiddetta "musica occidentale". Up è uscito con TV Sorrisi e Canzoni e Il Corriere della Sera lo scorso 13 luglio (Riccardo Storti)
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